Avanzi Pasquali? Cioccolato amico della fertilità

AVANZI PASQUALI? CIOCCOLATO AMICO DELLA FERTILITÀ

Da poco passata la Pasqua e in casa abbondano uova, coniglietti e altri doni a base di cioccolato. Questo amato alimento, se di buona qualità e fondente, può essere di supporto sia per la fertilità maschile che femminile poiché è fonte dell’amminoacido L-arginina dimostratosi utile nel miglioramento del numero e della mobilità degli spermatozoi [1] e nella risposta ovarica e la ricettività endometriale [2].

Inoltre, il cioccolato è un’ottima fonte di antiossidanti, sostanze in grado di agire sulla salute degli spermatozoi e degli ovociti contrastando i radicali liberi, che possono causare danni al DNA delle cellule, e prevenendo l’invecchiamento cellulare.

Anche i micronutrienti sono essenziali per l’equilibrio dell’organismo, compreso quello ormonale, e il cioccolato fondente è ricco di magnesio, calcio, zinco, ferro e potassio. Nello specifico, il magnesio, che influenza il rilascio di serotonina, può essere di supporto anche per il sostegno psicologico e garantire l’energia necessaria per affrontare i complessi trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita che spesso, possono essere fonte di stress.

Più il cioccolato è fondente, meglio è, poiché al salire della percentuale di cioccolato decresce il contenuto di zucchero (‘eccesso di glucosio può provocare alterazioni ormonali, influenzando i livelli di estrogeni e progesterone, fondamentali per la fertilità e la gravidanza).

Bene, quindi, consumare gli avanzi pasquali, ma sempre senza esagerare. Ottime le combinazioni con nocciole, pistacchi, mandorle e altra frutta secca così da apportare proteine e bilanciare il picco insulinico.

Presso S.I.S.Me.R. potrai ricevere consulenze specifiche nutrizionali e prepararti, nel migliore dei modi, ad accogliere una nuova vita.

 

[1] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25531191/

[2] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10402369/

 

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Papà sempre più vecchi, attenzione agli effetti sulla fertilità e salute dei bambini

PAPA’ SEMPRE PIU’ VECCHI, ATTENZIONE AGLI EFFETTI SULLA FERTILITA’ E SULLA SALUTE DEI BAMBINI

I più recenti dati Istat indicano che l’età media in cui si diventa papà in Italia è di 35,8 anni, tra le più avanzate in Europa [1]. Un fenomeno sempre più frequente, rispetto al passato, che riguarderebbe circa il 70% dei nuovi papà italiani. 

Spesso si pensa che l’infertilità della coppia sia dovuta prevalentemente a problematiche femminili, mentre è fondamentale prendere in considerazione anche il fattore maschile; infatti, numerose evidenze scientifiche dimostrano che le caratteristiche funzionali dello spermatozoo, come motilità, morfologia o danni al DNA, peggiorano con l’aumentare dell’età con effetti negativi sulla possibilità di concepire [2].

In Italia l’età in cui si fa il primo figlio è aumentata di 10 anni, passando dai 25 anni della fine degli anni ‘90 ai circa 36 attuali. Le motivazioni sono molteplici, da quelle culturali a quelle economiche, oltre all’aumento dell’aspettativa di vita, ma il picco di fertilità, nella nostra specie, rimane compreso tra i 20 e i 30 anni. Un risvolto importante da prendere in considerazione è anche l’effetto che l’età avanzata può avere sul futuro nascituro in quanto, come per la donna, rischio che il bambino nasca, o sviluppi, nel tempo problemi di salute aumenta direttamente con crescere degli anni dei genitori.

Va infine aggiunto che con l’avanzare dell’età aumenta il tempo di esposizione agli inquinanti ambientali, come microplastiche, interferenti endocrini e metalli pesanti. I danni che questo può causare, purtroppo, sono spesso irreversibili, ma un’alimentazione ricca di antiossidanti può aiutare a ritardare i danni cellulari causati dallo stress ossidativo [3].

Ecco, quindi, alcuni cibi alleati:

carote, spinaci, lattuga, cavolo, zucche (Beta-caroteni)

pomodori, papaia, uva (licopene)

albicocche, uova, carote, mango (vitamina A)

agrumi, cereali integrali (Vitamina C)

noci, semi, olio d’oliva vergine, broccoli (Vitamina E)

more, lamponi, ciliegie, soia, cioccolato, origano (Flavonoidi)

 

Presso la nostra clinica troverete un dipartimento specializzato in andrologia, ma anche professionisti per un supporto psicologico, medico e nutrizionale per una corretta prevenzione, cura e diagnosi dell’infertilità.

 

[1] http://dati.istat.it/index.aspx?queryid=19031

[2] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0015028222019938

[3]https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5203687/#:~:text=Supplements%20such%20as%20CoQ10%20and,reduces%20the%20sperm%20DNA%20damage.

 

 

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Endometriosi | Alimentazione può aiutare 3 milioni di donne

GIORNATA MONDIALE DELL’ENDOMETRIOSI: E’ UNA PATOLOGIA CHE AFFLIGGE 3 MILIONI DI DONNE, MA L’ALIMENTAZIONE PUÒ ESSERCI D’AIUTO

L’endometriosi è un disturbo causato dalla presenza della mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina all’esterno dell’utero. Questo comporta un’infiammazione cronica e dolori che possono influire sulla qualità della vita, risultando talvolta addirittura invalidanti.  Si stima che in Italia siano affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva e questa patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire. 

Nella giornata dedicata a questa patologia, cerchiamo di essere di aiuto con alcuni consigli nutrizionali vista la stretta relazione tra dieta ed endometriosi; dieta che è in grado di influire riducendo l’infiammazione, il dolore e la stanchezza, oltre a poter migliorare la fertilità.

Innanzitutto, è raccomandabile il consumo di fibre attraverso frutta, verdura, legumi e cereali integrali (escludendo segale e avena perché ricchi di estrogeni); infatti è stato osservato che le donne con alimentazione povera di carne rossa (uno studio condotto su 81.908 partecipanti ha riscontrato un aumento del rischio del 56% nelle donne che consumavano più di 2 porzioni al giorno di carne rossa rispetto a coloro che ne consumavano meno di una porzione a settimana) e grassi saturi in favore di verdure e frutta a grassi polinsaturi hanno minor rischio di sviluppare la patologia [1]. Importante, quindi, ridurre il consumo di alimenti di origine animale in favore di quelli di orine vegetale prestando attenzione al bilanciamento tra omega 3 e omega 6 con l’aumento dell’utilizzo di frutta secca e semi oleaginosi a discapito di prodotti pronti e confezionati. 

Esistono poi cibi dalle capacità antiossidanti utili nel trattamento antinfiammatorio dell’endometriosi come kiwi, alimenti ricchi di vitamina C (agrumi), olio extravergine di oliva spremuto a freddo, olio di semi di lino, avocado, curcuma e zenzero, ma anche prezzemolo, origano, rosmarino basilico [2].

Bisogna inoltre fare attenzione alle quantità e qualità dei cibi, con focus sugli zuccheri semplici, i latticini e il carico glicemico complessivo del pasto; esso, infatti, deve avere la corretta ripartizione dei macronutrienti: carboidrati, lipidi e proteine. Ricordiamo, però, anche i micronutrienti fondamentali come Calcio, iodio e Vitamina D.

Infine, anche lo stile di vita gioca un ruolo importante, quindi è bene avere un’attività fisica regolare evitando caffè, bevande eccitanti, prodotti confezionati e cibi conservati nella plastica.

Presso la nostra clinica è possibile ricevere consulenze specifiche per questa patologia sia da un punto di vista medico che nutrizionale, in modo da avvicinarsi alla maternità in salute e con maggiori possibilità di successo. 

 

[1] Yamamoto A. et al., “A prospective cohort study of meat and fish consumption and endometriosis risk”, Am J Obstet Gynecol. 2018.

[2] Harris HR et al.  “Fruit and vegetable consumption and risk of endometriosis”, Hum Reprod. 2018.

 

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Pesticidi nei Cereali e Prodotti della Colazione | Effetti sulla Riproduzione

PESTICIDI NEI CEREALI E PRODOTTI PER LA COLAZIONE, ULTERIORE ALLARME PER GLI EFFETTI SUL SISTEMA RIPRODUTTIVO

Un recente studio, condotto dall’Environmental Working Group (EWG) negli Stati Uniti, ha evidenziato gravi contaminazioni in alcuni alimenti di un pesticida: il clormequat le cui conseguenze possono essere anche a carico del sistema riproduttivo.

Infatti, questo potente fitoregolatore è stato ritrovato nell’urina dell’80% delle persone analizzate tra il 2017 e 2023 con un picco di esposizione nell’ultimo anno. In particolare, il clormequat viene utilizzato per trattamenti su piantagioni di avena finendo in comuni prodotti per la colazione come alcuni noti cereali. Il clormequat è un regolatore della crescita che viene utilizzato per mantenere corte le piante in modo che i gambi non si pieghino e si rovinino in caso di forte vento rendendole resistenti agli agenti atmosferici e ai parassiti.

In Europa questo prodotto è soggetto a specifiche regolamentazioni (che hanno portato, ad esempio, ad alcuni importanti sequestri di prodotti agricoli contaminati) mentre negli Stati Uniti le limitazioni al suo utilizzo anche in campo alimentare sono state recentemente alleggerite. 

Sebbene la ricerca sugli effetti del clormequat sia ancora in corso, alcuni studi preliminari lo collegano a problemi riproduttivi, con azione, addirittura, sullo sviluppo embrionale e sulla crescita postnatale. Questo pesticida ricadrebbe, quindi, nella definizione di interferente endocrino in grado, come molte altre sostanze chimiche tossiche usate in agricoltura, plastiche, ritardanti di fiamma e apparecchi elettronici, di alterare il quadro ormonale con effetti negativi su tiroide, sistema riproduttivo, sviluppo del sistema nervoso centrale e risposta immunitaria.

Sarebbe quindi fondamentale che vi fosse una supervisione e regolamentazione omogenea da parte di Governi e legislazioni internazionali. Nel mentre, come consumatori, è bene fare scelte consapevoli che ci tutelino il più possibile dall’esposizione a queste sostanze purtroppo ancora presenti sul mercato nonostante i loro effetti potenzialmente nocivi su uomo e ambiente. 

Infine, è importante considerare che nonostante un alimento si possa presentare al di sotto dei limiti massimi residui (MRL), tali limiti sono fissati senza valutare gli effetti del cocktail derivanti da un’esposizione combinata a diverse sostanze chimiche come avviene regolarmente nei cibi [1].

Presso la clinica S.I.S.Me.R. è possibile ricevere maggiori informazioni ed essere seguiti da specialisti per indirizzarvi verso le migliori scelte alimentari e nutrizionali per tutta la famiglia.

 

[1] https://www.oecd.org/chemicalsafety/considerations-for-assessing-the-risks-of-combined-exposure-to-multiple-chemicals-ceca15a9-en.htm



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Microplastiche nella Placenta | Come difendersi

MICROPLASTICHE NELLA PLACENTA, COME DIFENDERSI

Una nuova ricerca conferma le preoccupazioni legate all’inquinamento da plastica per la salute umana e degli interi ecosistemi. Infatti, un gruppo di ricercatori dell’Università del New Mexico ha trovato tracce di microplastica in ciascuna delle 62 placente umane esaminate dimostrando come queste particelle di piccole dimensioni siano in grado di attraversare la barriera placentale con possibili danni sulla madre e il bambino sia a breve che a lungo termine.

Il 54% delle microplastiche individuate dalla ricerca era rappresentato da polietilene, seguito da polivinilcloruro (pvc) e nylon con il 10% ciascuno; il restante 26% delle particelle era costituito da nove diversi tipi di polimeri.  A peggiorare il quadro, i dati denunciati dall’Università delle Hawaii di Manoa, dal Kapi’olani Medical Center for Women and Children di Honolulu e dall’Università federale di Alagoas in Brasile che, esaminando 30 placente donate tra il 2006 e il 2021, hanno scoperto che mentre nel 2006 sei campioni su dieci presentavano una concentrazione di microparticelle, nel 2013 la quota era salita a nove su dieci.

Le microplastiche sono già state trovate in tutti gli organi del corpo umano, ma da dove vengono e come difendersi? 

Queste particelle, le cui dimensioni sono comprese tra i 330 micrometri e i 5 millimetri, derivano dalla degradazione fisica (sole, vento, calore…) o chimica (acido, sale, cloro) di oggetti di plastica più grandi, come contenitori per imballaggio, materiali per la conservazione di alimenti, bottiglie d’acqua monouso e indumenti. 

Quindi alcuni suggerimenti sono:

  • limitare cibi confezionati nella plastica preferendo vetro, carta o materiali riutilizzabili, soprattutto se usati con alimenti caldi
  • evitare l’uso di saponi, cosmetici e prodotti abrasivi con microplastiche
  • scegliere spugne naturali invece di quelle sintetiche
  • vestirsi con capi a base di tessuti naturali (quelli sintetici durante il lavaggio – che sia a mano o in lavatrice – rilasciano microfibre che vanno a decomporsi divenendo microplastiche)
  • limitare il consumo degli alimenti che risultano più comunemente contaminati da queste sostanze, ossia i frutti di mare, il miele, lo zucchero, il sale.

L’alimentazione e lo stile di vita hanno un ruolo chiave nella salute riproduttiva; presso la nostra clinica potrai ricevere il giusto supporto per poter attuare le migliori scelte che tutelino il tuo organismo e quello del bambino che, speriamo, presto arriverà.

 

REFERENZE:

Garcia MA, Liu R, Nihart A, El Hayek E, Castillo E, Barrozo ER, Suter MA, Bleske B, Scott J, Forsythe K, Gonzalez-Estrella J, Aagaard KM, Campen MJ. Quantitation and identification of microplastics accumulation in human placental specimens using pyrolysis gas chromatography mass spectrometry. Toxicol Sci. 2024 Feb 17:kfae021

Weingrill RB, Lee MJ, Benny P, Riel J, Saiki K, Garcia J, Oliveira LFAM, Fonseca EJDS, Souza ST, D’Amato FOS, Silva UR, Dutra ML, Marques ALX, Borbely AU, Urschitz J. Temporal trends in microplastic accumulation in placentas from pregnancies in Hawai’i. Environ Int. 2023 Oct;180:108220

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Smog e Fertilità | Quanto incide l’inquinamento?

ALLARME SMOG, EFFETTI ANCHE SULL’INFERTILITÀ

In questi giorni è alla ribalta della cronaca il fatto che l’Italia sia tra i Paesi dell’Unione Europea dove l’aria è più inquinata, con la Pianura Padana in cima alla lista. Lo smog, infatti, è un problema crescente le cui ricadute sulla salute sono amplissime, compresa l’infertilità sia femminile che maschile. Sotto accusa le polveri sottili: particelle molto fini sospese nell’aria che possono comprendere sostanze nocive quali gas inquinanti, vapori tossici, metalli pesanti, solfati e nitrati.

Per valutare la qualità dell’aria si analizza la quantità di PM10, cioè le particelle grandi fino a 10 micron, e di PM2,5. Se il primo tipo può raggiungere, respirando, la gola e la tracheail pulviscolo più piccolo è in grado di arrivare ai polmoni. Per capire la gravità della situazione basta ricordare i dati recentemente diffusi, dalla società svizzera IQAir, che indicano come a Milano vi sia una concentrazione di PM2.5 di 29,7 volte il valore guida annuale fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Le malattie legate all’inquinamento sono moltissime tra cui tumori, cardiopatie, asma e, non ultime, le disfunzioni del sistema riproduttivo con effetti dal concepimento allo sviluppo del feto

In Cina è stato recentemente concluso un ampio studio che ha dimostrato come l’inquinamento atmosferico aumenti il rischio di infertilità in modo significativo [1]. Inoltre, esistono pericoli anche sulla salute del feto e della donna in gravidanza, dal parto prematuro al basso peso del neonato [2].

Ma non serve andare oltreoceano per trovare tali evidenze: una ricerca condotta dall’università di Modena e Reggio Emilia, presentata al congresso della Società Europea per la Riproduzione Umana, ha investigato, i valori dell’ormone antimulleriano (AMH), indicatore di riserva ovarica, nelle donne residenti nell’area di Modena nell’arco di 10 anni.  Questi dati sono stati messi a confronto con quelli della regione Emilia-Romagna relativi all’esposizione del donne a fattori ambientali e alle polveri sottili. I risultati delle misurazioni di AMH nelle 1.318 donne prese in esame, hanno confermato come i valori dell’ormone, oggetto di studio, diminuiscano all’avanzare dell’età delle donne, ma è stato anche riscontrato che i livelli di AMH, indipendentemente dall’età delle pazienti, erano inversamente proporzionali alla concentrazione di agenti inquinanti presenti nell’atmosfera, definiti come PM10, PM2.5 e ossidi di azoto [3]. 

Non stupisce, quindi, che le persone con diagnosi di infertilità siano in aumento e ci siano sempre più coppie che devono rivolgersi a un percorso di procreazione medicalmente assistita per avere il tanto desiderato figlio. Purtroppo, nonostante le evidenze, le misure messe in opera per tutelare la salute di tutti,  ivi compreso la prevenzione, la necessità di fare accertamenti non solo in età avanzata e l’educazione per un corretto stile di vita,  sono spesso largamente insufficienti.

Presso la clinica S.I.S.Me.R. è possibilericevere il supporto specialistico prima, durante e dopo il concepimento al fine di essere pienamente consapevoli delle possibili scelte per il futuro personale e di coppia.

[1] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33171380

[2] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30419237/

[3] https://www.aou.mo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3401

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Vitamina D: un ruolo chiave nella fertilità

 

VITAMINA D: UN RUOLO CHIAVE NELLA FERTILITÀ

La vitamina D, nota anche come vitamina del sole, non solo aiuta a migliorare la salute delle ossa e compensa la carenza di calcio, ma è uno dei nutrienti essenziali da tenere presente per la salute riproduttiva.

Infatti, recenti studi hanno dimostrato una correlazione tra l’insufficienza di vitamina D e una maggiore incidenza dell’infertilità la cui causa può essere ambientale (come avviene ad esempio in alcuni Paesi del Nord Europa [1] o in quelli particolarmente inquinati), o religiosa (come nel caso delle donne che indossano vestiti che coprono la quasi totalità del corpo [2], comprese le zone più importanti tra cui viso, braccia, mani e gambe).

Questi dati vanno tenuti in considerazione anche dalle coppie che intraprendono un percorso di procreazione medicalmente assistita, in quanto le ricerche hanno dimostrato maggiori probabilità di ottenimento della gravidanza in donne con normali tassi di vitamina D (i valori desiderabili di 25(OH)D sono compresi tra 20 e 40 ng/mL). Tali risultati sono dovuti all’azione positiva che questa vitamina svolge sull’endometrio, contribuendo a favorire l’impianto dell’embrione e riducendo le molecole infiammatorie a livello endometriale [3]. Questo nutriente è importante anche per la fertilità maschile in quanto sembra che una sua carenza possa influire su numero, forma e motilità degli spermatozoi. 

Visto che siamo alle porte dell’inverno è utile ricordare un altro punto a favore della vitamina D che contribuisce al corretto funzionamento del sistema immunitario, potenziandolo, con un conseguente aumento delle difese contro virus e batteri.

Come aumentare, quindi, naturalmente la sua concentrazione?

Innanzitutto, sfruttando l’esposizione alla luce solare almeno 30 minuti al giorno grazie a passeggiate all’aria aperta o una pausa caffè sul terrazzo. La fascia oraria migliore è tra le 10 e le 14, ma attenzione perchè i raggi UV non penetrano il vetro; quindi, stare dietro a una finestra non stimola la produzione della vitamina.

Anche l’alimentazione può essere di aiuto (sebbene in caso di insufficienza sia bene assumere un integratore specifico); tra i cibi più ricchi di vitamina D ci sono i pesci grassi (come salmone, sardine e sgombro), le uova e il latte, oltre a funghi e verdure con foglie verdi, tra cui spinaci, erbette e bietole. Esistono, inoltre, in commercio cibi fortificati facilmente reperibili nei supermercati come cereali e bevande vegetali. Importante sapere che le persone in sovrappeso hanno difficoltà a produrre vitamina D a sufficienza. Questa sostanza è liposolubile, quindi le cellule adipose la assorbono rendendola meno disponibile all’uso per i tessuti e gli organi del corpo: un motivo in più per agire sul proprio peso corporeo, se in eccesso, soprattutto in vista di un percorso di PMA.

Occorre ricordare che ’inquinamento dell’aria può bloccare i raggi UVB del sole inibendo la possibilità di produrre vitamina D, quindi meglio spezzare la routine della città con una giornata in montagna o almeno in collina.

Infine, quando possibile, è bene scegliere indumenti che lascino scoperti il viso, le mani e le braccia e nel caso si usino, giustamente, creme con alti fattori di protezione dal sole, applicarle la mattina presto in modo da avere, nella parentesi del primo pomeriggio, la pelle più recettiva.

Lo staff di SISMeR resta a disposizione per offrirvi pieno supporto su ogni aspetto del percorso che dovrete intraprendere, compreso l’ottenimento e il mantenimento di stili di vita sani e corretti.  

[1] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37375724/

[2] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27651580/#:~:text=Conclusion%3A%20The%20prevalence%20of%20vitamin,improve%20the%20feto%2Dmaternal%20outcome.

[3] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1530891X23000162#:~:text=IVF%20Success%20Rate%20and%20Serum%2025(OH)D%20Level&text=Table%202%20shows%20that%2063,014).



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Dolore e PMA: cosa aspettarsi quando si inizia il percorso

DOLORE E PMA, COSA ASPETTARSI QUANDO SI INIZIA UN PERCORSO DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA

Le coppie che iniziano un percorso di PMA sono, spesso, spaventate dal dolore che dovranno affrontare, sia dal punto di vista fisico che emotivo. 

Vediamo, quindi, i passaggi che vi attendono e i conseguenti effetti a cui essere preparati. Sebbene la maggior parte di essi riguardino la partner femminile, è infatti importante che anche il compagno sia informato, in modo da poterla supportare nel miglior modo possibile. 

STIMOLAZIONE OVARICA O PREPARAZIONE DELL’ENDOMETRIO AL TRANSFER EMBRIONALE

Il dolore ovarico durante la stimolazione ormonale è abbastanza comune, ma molto lieve. Potrebbero insorgere una lieve dolenzia alla pancia, gonfiore, ritenzione di liquidi e aumento delle perdite vaginali. Alcune donne avvertono anche mal di testa, fastidio al seno o sbalzi d’umore, tutti effetti passeggeri che possono essere migliorati da una buona alimentazione, idratazione e moderata attività fisica. In caso di disturbi di maggiore entità, è opportuno segnalarli all’équipe clinica per valutare la necessità di eventuali approfondimenti. 

A questo si aggiunge il disagio delle iniezioni che potranno essere sottocutanee o intramuscolari, ma assolutamente indolori se ben eseguite. Potete trovare consigli e istruzioni nell’articolo dedicato sul nostro sito.

RACCOLTA DEL LIQUIDO SEMINALE

Si procede alla raccolta dello sperma, in clinica e con apposito recipiente sterile, mediante masturbazione; quindi, la procedura è totalmente indolore e senza effetti collaterali. Tuttavia, in alcuni casi è previsto il prelievo chirurgico degli spermatozoi. Si tratta di un vero e proprio intervento, che viene eseguito con anestesia e necessità di qualche settimana per la guarigione. 

PRELIEVO DEGLI OVOCITI

La paziente è sottoposta a una lieve, e breve, sedazione; durante l’anestesia, sotto guida ecografica si raggiungono le ovaie e i follicoli maturati grazie alla precedente stimolazione. Questi vengono penetrati dall’ago al fine di aspirare il liquido follicolare interno che contiene gli ovociti. Al risveglio, la paziente dovrà stare a riposo qualche ora in clinica. Tra gli effetti indesiderati, potrebbero esserci, gonfiore, crampi o indolenzimento (simile a quello tipico del ciclo mestruale); si possono, inoltre, avere lievi perdite, ma non servono punti di sutura e non rimangono cicatrici perché si passa dal canale vaginale. Il giorno successivo al prelievo la paziente deve effettuare un emocromo, per verificare che tutti i parametri siano nella norma e per individuare precocemente eventuali complicanze post operatorie (che sono però estremamente rare, intorno allo 0,1%). In caso di dolore o altri sintomi, è consigliabile segnalarli tempestivamente all’équipe clinica. 

TRANSFER DELL’EMBRIONE

Si tratta di una fase delicata, ma totalmente indolore, in quanto eseguita senza alcun tipo di sedazione.

Riassumendo, il dolore fisico a cui si sarà esposti è minimo, ma può restare quello emotivo , la cui entità varia molto da persona a persona. Infatti, il viaggio di emozioni che si attraversa prima e durante la PMA, è complesso e molto personale, frutto della propria storia, carattere e dell’ambiente in cui si è immersi (a volte favorevole e, purtroppo, a volte contrario).

Non riuscire ad avere un figlio può far nascere tristezza, paura, senso di fallimento, impotenza, delusione e sfiducia verso il futuro, sensazioni che aumentano di pari passo con i possibili fallimenti e da gestire anche durante il percorso di procreazione medicalmente assistita, fin dal momento della  diagnosi d’infertilità. 

Per queste ragioni, presso il nostro centro, avrete l’opportunità, lungo tutto il percorso di PMA, di essere affiancati da medici, psicologi e ostetriche specializzati, in modo da ricevere tutte le informazioni di cui avete bisogno e il supporto psicologico che riterrete necessario.

 

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PMA, Gravidanza e Trattamenti Estetici: quali sono consentiti e quali evitare

PMA E GRAVIDANZA: QUALI SONO I TRATTAMENTI ESTETICI CONSENTITI, E QUALI INVECE SONO DA EVITARE

Un trattamento di PMA e la successiva potenziale gravidanza possono causare cambiamenti significativi nel corpo di una donna. Per ritrovare il benessere perduto, l’estetica può essere d’aiuto, ma bisogna stare attenti perché non tutto è consentito.

Trattamenti come ultrasuoni e radiofrequenza, ad esempio sono sconsigliati sia in gravidanza che durante il ciclo di PMA perché indurre una rapida lipolisi può comportare un affaticamento del fegato e degli organi emuntori che è bene evitare.

Per quanto riguarda la pelle, le fluttuazioni ormonali, possono renderla sia più secca che più grassa; quindi, è bene scegliere delle creme per il viso adatte, possibilmente con formulazioni biologiche e naturali, che abbiano un alto fattore di protezione dai raggi solari anche nella stagione invernale per evitare la formazione di macchie. Sono, invece, controindicati i peeling (che possono contenere agenti chimici aggressivi) e le lampade. 

Inoltre, un comune ma fastidioso effetto dell’assunzione di ormoni è il gonfiore. Esso può essere limitato con accorgimenti nutrizionali e camminate nell’acqua (anche in piscina). Possono aiutare, con le dovute cautele, anche massaggi che agiscano sulla circolazione linfatica, favorendo il drenaggio dei liquidi, alla sola zona degli arti. In ogni caso, bisogna applicare sempre olii naturali a base di mandorla o oliva senza profumi ed essenze. 

In merito alla depilazione vanno bene cerette a freddo, rasoio ed epilatore elettrico, no a creme depilatorie (che contengono sostanze chimiche aggressive) e ceretta a caldo che stressa i capillari già potenzialmente fragili. E’ bene evitare la depilazione intima integrale, per ridurre il rischio di potenziali infezioni (come ad esempio la candida) o di irritazioni. 

Infine, è bene evitare fanghi anticellulite e terme, sauna e bagno turco sia durante il ciclo di PMA che nei primi mesi di una eventuale gravidanza.

Nel concedervi un trattamento e una, meritata, coccola per voi stesse, ricordiamo che è fondamentale rivolgersi solo a professionisti qualificati e che garantiscano i migliori standard di igiene. In caso di dubbi o domande in merito a quali trattamenti è possibile eseguire e quali è meglio evitare, lo staff di SISMeR resta sempre a vostra disposizione.

 

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Sport e Fertilità: quelli giusti e quelli da evitare se state cercando avere un bambino

GLI SPORT GIUSTI, E QUELLI DA EVITARE, SE STATE CERCANDO DI AVERE UN BAMBINO

Il movimento è sempre fondamentale per mantenere l’organismo sano e questo principio diventa ancora più importante in vista di un percorso di procreazione medicalmente assistita, oltre che dopo la gravidanza e durante l’allattamento, in quanto lo sport è in grado di influire sulla salute riproduttiva sia femminile che maschile. Persino durante la gestazione sono raccomandati almeno 150 minuti di attività fisica ogni settimana (come indicato dal Ministero della Salute); poco più di un quarto d’ora al giorno, infatti, è in grado di migliorare la circolazione (prevenendo le gambe gonfie), di tonificare i muscoli dorsali e addominali (alleggerendo il peso della pancia che cresce) e di favorire un parto più veloce e meno doloroso grazie all’allenamento dei muscoli pelvici (da evitare, chiaramente, pesistica e subacquea). 

Per le coppie che intraprendo una PMA, le alterazioni dell’assetto ormonale possono condizionarne il buon esito e una corretta attività fisica, associata a una buona alimentazione, possono influenzare positivamente il riequilibrio del corpo, creando i migliori presupposti per il percorso di fecondazione assistita. 

Per le donne sono consigliate attività aerobiche leggere, come nuoto, acqua-gym, pilates e camminate. Da evitare, invece, sforzi eccessivi e prolungati in grado di abbassare il livello di estrogeni o provocare rapide variazioni di peso che alterano la cadenza dei cicli ovulatori e possono portare alla scomparsa del ciclo mestruale, come avviene in alcune atlete che vanno incontro ad amenorrea. Per gli uomini meglio non praticare gli sport che riducono l’afflusso di sangue ai genitali come equitazione, ciclismo, maratone e subacquea.

In conclusione, abbandonate la vita sedentaria e regalatevi una serata di ballo insieme o una bella camminata al tramonto, ne beneficeranno il vostro spirito e anche i vostri gameti!



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