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Fertility gap è un’espressione utilizzata dagli esperti per indicare il divario tra il numero di figli che una donna desidererebbe e il numero di figli effettivamente avuto.

Un recente studio di due demografe austriache ha coinvolto un campione di donne proveniente da 20 Paesi (inclusi gli Stati Uniti e diverse nazioni europee), confrontando il numero di figli desiderato dichiarato tra i 20 e i 24 anni (donne per lo più alle nate nel periodo 1970-75), e il numero di figli effettivamente avuto al raggiungimento dei 40 anni, la fase conclusiva della vita riproduttiva.

Il numero di figli desiderati era intorno a 2,1 (che è anche il numero minimo necessario per garantire un adeguato ricambio della popolazione). Mediamente, però, in tutti i Paesi oggetto dello studio le donne hanno avuto un numero di figli inferiore a quello desiderato qualche anno prima. E’ stato riscontrato inoltre che molte delle intervistate avrebbero voluto dei figli ma non ne hanno avuti.

Al di là di questo trend generale, lo studio mostra però delle importanti peculiarità a livello locale. Il fertility gap, infatti sembra essere più accentuato nei Paesi dell’Europa Meridionale, dove il numero di figli avuti è significativamente inferiore a quello desiderato.

In Italia, ad esempio, a fronte di un numero di figli desiderato di 2,1, il numero di figli avuti è 1,4. Peggio di noi solo Grecia e Spagna. Il Paese europeo col divario minore è invece la Francia.

Questo studio mostra che malgrado un desiderio di figli similare in tutto il campione analizzato indipendentemente dalla provenienza, la realtà si scontra con le caratteristiche specifiche di contesti nazionali che favoriscono o meno la maternità.
Non a caso i paesi in cui il Fertility Gap è più alto sono anche quelli in cui il primo figlio arriva in età avanzata, rendendo ancora più difficoltoso un eventuale “Bis”.

Un fertility gap ampio ha conseguenze negative non solo per le donne e le coppie che non riescono a completare il loro progetto genitoriale, ma anche sulla popolazione generale, specialmente in Paesi a basso indice di natalità come il nostro.

E’ quindi importante offrire fin dall’adolescenza un’adeguata informazione sui tempi della vita riproduttiva e sulle tecniche di preservazione della fertilità (come ad esempio il social freezing), garantire un accesso equo e rapido ai trattamenti di procreazione assistita per le coppie che ne hanno bisogno e supportare le famiglie con adeguate politiche sociali e lavorative.

Fonte: Beaujouan, E., Berghammer, C. The Gap Between Lifetime Fertility Intentions and Completed Fertility in Europe and the United States: A Cohort Approach. Popul Res Policy Rev 38, 507–535 (2019). https://doi.org/10.1007/s11113-019-09516-3