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MICROPLASTICHE NELLA PLACENTA, COME DIFENDERSI

Una nuova ricerca conferma le preoccupazioni legate all’inquinamento da plastica per la salute umana e degli interi ecosistemi. Infatti, un gruppo di ricercatori dell’Università del New Mexico ha trovato tracce di microplastica in ciascuna delle 62 placente umane esaminate dimostrando come queste particelle di piccole dimensioni siano in grado di attraversare la barriera placentale con possibili danni sulla madre e il bambino sia a breve che a lungo termine.

Il 54% delle microplastiche individuate dalla ricerca era rappresentato da polietilene, seguito da polivinilcloruro (pvc) e nylon con il 10% ciascuno; il restante 26% delle particelle era costituito da nove diversi tipi di polimeri.  A peggiorare il quadro, i dati denunciati dall’Università delle Hawaii di Manoa, dal Kapi’olani Medical Center for Women and Children di Honolulu e dall’Università federale di Alagoas in Brasile che, esaminando 30 placente donate tra il 2006 e il 2021, hanno scoperto che mentre nel 2006 sei campioni su dieci presentavano una concentrazione di microparticelle, nel 2013 la quota era salita a nove su dieci.

Le microplastiche sono già state trovate in tutti gli organi del corpo umano, ma da dove vengono e come difendersi? 

Queste particelle, le cui dimensioni sono comprese tra i 330 micrometri e i 5 millimetri, derivano dalla degradazione fisica (sole, vento, calore…) o chimica (acido, sale, cloro) di oggetti di plastica più grandi, come contenitori per imballaggio, materiali per la conservazione di alimenti, bottiglie d’acqua monouso e indumenti. 

Quindi alcuni suggerimenti sono:

  • limitare cibi confezionati nella plastica preferendo vetro, carta o materiali riutilizzabili, soprattutto se usati con alimenti caldi
  • evitare l’uso di saponi, cosmetici e prodotti abrasivi con microplastiche
  • scegliere spugne naturali invece di quelle sintetiche
  • vestirsi con capi a base di tessuti naturali (quelli sintetici durante il lavaggio – che sia a mano o in lavatrice – rilasciano microfibre che vanno a decomporsi divenendo microplastiche)
  • limitare il consumo degli alimenti che risultano più comunemente contaminati da queste sostanze, ossia i frutti di mare, il miele, lo zucchero, il sale.

L’alimentazione e lo stile di vita hanno un ruolo chiave nella salute riproduttiva; presso la nostra clinica potrai ricevere il giusto supporto per poter attuare le migliori scelte che tutelino il tuo organismo e quello del bambino che, speriamo, presto arriverà.

 

REFERENZE:

Garcia MA, Liu R, Nihart A, El Hayek E, Castillo E, Barrozo ER, Suter MA, Bleske B, Scott J, Forsythe K, Gonzalez-Estrella J, Aagaard KM, Campen MJ. Quantitation and identification of microplastics accumulation in human placental specimens using pyrolysis gas chromatography mass spectrometry. Toxicol Sci. 2024 Feb 17:kfae021

Weingrill RB, Lee MJ, Benny P, Riel J, Saiki K, Garcia J, Oliveira LFAM, Fonseca EJDS, Souza ST, D’Amato FOS, Silva UR, Dutra ML, Marques ALX, Borbely AU, Urschitz J. Temporal trends in microplastic accumulation in placentas from pregnancies in Hawai’i. Environ Int. 2023 Oct;180:108220

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