Sigarette elettroniche: rischi ed effetti sulla fertilità femminile e maschile

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SIGARETTE ELETTRONICHE, RISCHI ED EFFETTI SULLA FERTILITA’ FEMMINILE E MASCHILE

Il fumo è un fattore capace di influenzare negativamente la fertilità causando menopausa precoce, riduzione del numero dei follicoli e alterazioni della qualità spermatica. Molti credono, erroneamente, che sia solo il fumo delle sigarette “classiche” ad arrecare tali danni, ma è importante sottolineare come anche le nuove sigarette elettroniche siano nocive.

Infatti, tali dispositivi denominati vapers, vaporizzano una soluzione liquida contenente glicerina, glicole propilenico, alcuni additivi, agenti aromatizzanti e nicotina in concentrazione variabile e sono in grado di influenzare lo stato della fertilità.

Come afferma il Dott. Alessandro Zanasi, medico specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio e coordinatore del Centro per lo studio e la cura della tosse presso la nostra clinica, “la prevalenza dell’uso della sigaretta elettronica è allarmante e il suo impatto negativo sulla riproduzione maschile e femminile è ampiamente documentato in una recente Review [1]”.

Per quanto riguarda la fertilità femminile, la nicotina può interferire con l’ovulazione e con la qualità degli ovociti. Inoltre, vari studi stanno indagando gli effetti dei liquidi delle sigarette elettroniche sull’espressione dei markers molecolari di impianto nelle cellule dell’endometrio (le cellule che costituiscono la mucosa uterina fondamentale per l’instaurarsi di una gravidanza) per verificare se tali composti influenzino la ricettività e la vitalità dell’endometrio, riducendo l’espressione dei geni dei marker di impianto embrionario e causando la morte cellulare.

La nicotina, presente nella maggior parte dei vapers, è anche nota per la sua capacità di ridurre la fertilità degli uomini influenzando la qualità e motilità degli spermatozoi, oltre a poter alterare il loro DNA aumentando il rischio di mutazioni genetiche nella prole.

 In particolare, una ricerca condotta su 2008 uomini, con età media di diciannove anni, ha mostrato come, nonostante la sigaretta elettronica contenga una minore quantità di sostanze tossiche rispetto a quella tradizionale, possa comunque alterare la qualità del liquido seminale di chi ne fa uso. Tali risultati sono stati ottenuti utilizzando sigarette elettroniche con liquidi anche privi di nicotina, suggerendo che l’alterazione a carico del liquido seminale non dipenda dalla presenza quest’ultima quanto, piuttosto, dai liquidi con proprietà pro-ossidanti in grado di causare uno stato infiammatorio a carico del tessuto testicolare [2].

I danni legati al fumo non devono essere sottovalutati nemmeno durante un trattamento di procreazione medicalmente assistita: è infatti importante sapere che nelle fumatrici risulta una minor risposta alla stimolazione, un numero inferiore di ovociti prelevati e fecondati e ovviamente un inferiore tasso di gravidanza.

E’ bene indicare come la disinformazione sulle sigarette elettroniche colpisca persino le donne in gravidanza che, credendo di non avere effetti nocivi, continuano a “svapare”. Invece, fumare durante la gestazione è sempre controindicato per aumentato rischio di gravi danni al feto, complicanze, parto prematuro, morte improvvisa del lattante, basso peso alla nascita e ridotta funzionalità respiratoria.

Se state cercando un figlio, questo può essere un ottimo motivo per smettere di fumare. Presso la nostra clinica sono presenti specialisti in grado di accompagnarvi e darvi il pieno sostegno per aiutarvi in questo fondamentale cambiamento del vostro stile di vita.

[1] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36983982/ 

[2] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32558890/

L’articolo nasce con il contributo del Dott. Alessandro Zanasi, medico specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, consulente presso SISMeR.



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Ansiolitici e gravidanza: rischi e benefici vanno attentamente valutati

ANSIOLITICI E GRAVIDANZA, RISCHI E BENEFICI VANNO ATTENTAMENTE VALUTATI

Viviamo in una società fortemente stressata e ansia e insonnia sono effetti collaterali molto diffusi tanto che l’uso di ansiolitici, antidepressivi e psicofarmaci è in aumento come documentato dall’Agenzia italiana del farmaco – Aifa. 

Svariate ricerche hanno, però, sottolineato i rischi dell’assunzione di benzodiazepine per indurre calma e sonno nel primo trimestre di gestazione. Gli studi, infatti, hanno dimostrato che le donne esposte a tali farmaci durante la gravidanza avevano un rischio aumentato dell’85% di aborto spontaneo (una volta presi in considerazione altri possibili fattori medici oltre ai fattori sociodemografici, compreso il livello economico e lo stile di vita).

La causa può essere dovuta al potenziale ruolo nei processi di proliferazione e differenziazione cellulare nel quale le benzodiazepine (BDZ), in grado di attraversare facilmente la placenta, possono causare anomalie nello sviluppo fetale, portando, infine, all’aborto spontaneo.

Senza cadere in facili allarmismi o demonizzare il ricorso a farmaci, soprattutto in caso di disturbi mentali o patologie per le quali i trattamenti farmacologici sono necessari, è bene sottolineare che l’assunzione di benzodiazepine dovrebbe essere presa in considerazione solo dopo una valutazione approfondita dei potenziali benefici e rischi, sia per la madre che per il bambino, e sempre sotto stretto controllo medico.

Affrontare una gravidanza per chi soffre di ansia e depressione non solo è realizzabile, ma è possibile farlo con serenità. La prima scelta terapeutica per una donna incinta, se i sintomi sono lievi, è costituita dall’approccio psicoterapico; ricordiamo a tal proposito, che presso la nostra clinica è possibile essere seguiti da specialisti anche sotto il profilo psicologico, prima, durante e dopo il trattamento di PMA e la gravidanza. Inoltre, è attivo un Servizio di informazione sull’uso dei farmaci in gravidanza e durante l’allattamento 24 ore su 24 per tutto il territorio nazionale tramite numero verde 800.883300[3]

Consigliamo, infine, per chi cerca un figlio ed è sotto terapia, di valutare con il proprio specialista di riferimento eventuali modifiche e sospensioni tenendo conto, anche, dei possibili effetti sulla gravidanza o dell’insorgenza di rischi a lungo termine come la depressione post-parto.

 

L’articolo nasce con il contributo della Dottoressa Patrizia Battistini, psichiatra psicoterapeuta, consulente presso SISMeR.

 

[1] https://www.researchgate.net/publication/333126113_Association_Between_Incident_Exposure_to_Benzodiazepines_in_Early_Pregnancy_and_Risk_of_Spontaneous_Abortion

[2] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37353262/

[3] https://www.asst-pg23.it/2013/12/farmaci-gravidanza#:~:text=vicino%20a%20loro.-,Servizio%20di%20informazione%20sull’%20uso%20dei%20farmaci%20in%20gravidanza%20e,di%20proseguire%20le%20terapie%20farmacologiche.

 



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Quando il secondo figlio non arriva

QUANDO IL SECONDO FIGLIO NON ARRIVA

Il calo della natalità e l’aumento del numero dei figli unici sono fenomeni sempre più rilevanti, come dimostrato dall’ultimo censimento della popolazione (fonte Istat 2022). Tra le principali cause vi sono la attuale situazione di crisi economica, la paura per il futuro, le incertezze e instabilità a livello economico, ma può accadere che non avere un secondo figlio non sia una scelta. Infatti, una coppia, anche se è già riuscita ad avere in maniera naturale un bambino, può presentare difficoltà nei successivi tentativi di concepimento. In questi casi si parla di infertilità secondaria.

Come nel caso dell’infertilità primaria, si può sospettare che ci possa essere un problema di fertilità dopo 6-12 mesi (in relazione anche all’età della donna) di rapporti sessuali non protetti; tale fenomeno può colpire sia donne che gli uomini.

Tra le principali cause dell’infertilità secondaria ci sono endometriosi, squilibri ormonali, ostruzione delle tube uterine, cicatrici nell’utero dovute a un taglio cesareo, alterazioni del tratto genitale, ma soprattutto uno stile di vita poco sano che comporta sovrappeso/obesità, fumo, alcol e sedentarietà. 

Tuttavia, la causa principale resta l’età. In Italia l’età media delle madri alla nascita del primo figlio è molto cresciuta negli ultimi anni, con conseguente ritardo anche per la ricerca di una seconda gravidanza. Gli anni della potenziale madre influiscono direttamente sulle probabilità di concepimento poiché a partire dai 35 anni c’è una netta diminuzione in termini di numero e di qualità degli ovociti.

Non esistono metodi naturali mirati che dimostrino la capacità di invertire la tendenza. Per questo motivo, sempre maggiori coppie trovano nella procreazione medicalmente assistita (PMA) un possibile rimedio.

I test diagnostici sono gli stessi effettuati nei casi di infertilità primaria e includono l’analisi della storia clinica della coppia, oltre a indagini del profilo ormonale, ecografie, valutazioni morfologiche e approfondite di utero e ovaie e, per l’uomo, spermiogramma. Inoltre, verranno valutati singolarmente eventuali altri test complementari per concludere la diagnosi.

Presso SISMeR è possibile effettuare tutte le indagini necessarie e avere la piena assistenza, tecnica e psicologica (che può essere utile dopo anni di “quando darete un fratellino o una sorellina a questo povero figlio unico?”), per essere consapevoli della propria storia e valutare insieme le possibili soluzioni per raggiungere il sogno di una nuova vita in famiglia.



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Ciclo mestruale regolare? Non è sinonimo di fertilità

CICLO MESTRUALE REGOLARE? NON E’ SINONIMO DI FERTILITÀ

Generalmente, ed erroneamente, si pensa che avere le mestruazioni sia sinonimo di avvenuta ovulazione e, conseguente, possibilità di concepire. Si tratta di una falsa credenza perché a volte, nonostante ci sia la comparsa periodica delle mestruazioni, si potrebbe essere affette da anovulazione, una disfunzione del ciclo caratterizzata dall’assenza di ovulazione. Le mestruazioni e l’ovulazione, infatti, sono due processi diversi che, sebbene coesistenti, possono verificarsi indipendentemente uno dall’altro. L’anovulazione comporta il mancato rilascio, da parte delle ovaie, degli ovuli con la conseguenza di non poter ottenere nessuna fecondazione e generazione degli embrioni.

Tra le possibili cause che determinano l’anovulazione vanno annoverati i disturbi della tiroide (che coinvolgono in modo diretto gli ormoni), lo stress, le forti variazioni di peso, l’eccessiva produzione di prolattina, i disordini alimentari, l’estrema attività fisica e l’ovaio policistico. A queste si aggiungono la perimenopausa, i tumori ovarici e l’insufficienza ovarica precoce.

Molte donne, nel corso della propria vita, soffrono di episodi di anovulazione senza nemmeno esserne consapevoli. A livello ormonale questa alterazione può essere causata dall’ipotalamo, dall’ipofisi o dall’ovaio stesso. I principali sintomi sono mestruazioni molto irregolari o assenti, cicli più lunghi di 35 giorni, mancato cambiamento del muco cervicale o eccessivo sanguinamento uterino.

Se si sospetta di avere un ciclo anovulatorio, soprattutto in vista della ricerca di un figlio, è consigliato rivolgersi a un medico che ne valuterà le cause e gli accertamenti da  effettuare per una diagnosi (tra cui esami per i dosaggi ormonali e per valutare la riversa ovarica, oltre a un’ecografia pelvica transvaginale per studiare la presenza di eventuali malformazioni uterine e fibromi) in modo da consigliare gli accorgimenti da prendere compreso il trattamento farmacologico o l’indicazione di  un percorso di procreazione medicalmente assistita.

È, comunque, sempre bene avere un corretto stile di vita e una sana alimentazione in modo da normalizzare il peso e agire sugli organi target come reni, fegato e tiroide. 

Il personale medico specializzato della nostra clinica valuterà la complessità della situazione e della storia medica della paziente, ed eventualmente del suo partner, cercando il trattamento più adatto per risolvere la patologia e superare l’eventuale infertilità.





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Cosa mettere in tavola durante le feste per aiutare la fertilità

COSA METTERE IN TAVOLA DURANTE LE FESTE PER AIUTARE LA FERTILITÀ

Quando si ricerca una gravidanza, soprattutto tramite un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita, le abitudini alimentari e lo stile di vita sono fondamentali per aumentare le possibilità di concepimento e di nascita di un bambino sano. Infatti, alcuni cibi possono contribuire a migliorare la qualità dei gameti sia nella donna che nell’uomo, aiutano a ridurre gli effetti collaterali della terapia farmacologica (come stipsi, cefalea, ritenzione idrica e gonfiore), oltre ad agire sulla percentuale di grasso corporeo (fattore che influenza l’esito della stimolazione ovarica).

Tra poco le occasioni per abbuffate e pasti abbondanti non mancheranno, quindi vi consigliamo alcuni alimenti da introdurre nelle tavolate, in famiglia e tra amici, in modo da sfruttare il periodo delle feste per rendere l’organismo più pronto a generare e accogliere una nuova vita, senza eccessive privazioni.

Partiamo da un ingrediente principe: le lenticchie. Questo legume, simbolo del Capodanno e della fortuna, contiene ferro, fibre e proteine. Le lenticchie sono un alimento favorevole anche per la fertilità perché ricche di folato; una sola tazza di lenticchie fornisce oltre il 90% del fabbisogno giornaliero di folati.  Il nostro corpo li utilizza per la formazione dell’emoglobina e dei tessuti che vanno incontro a processi di proliferazione, come i tessuti embrionali, svolgendo un ruolo fondamentale nella prevenzione di gravi malformazioni congenite.

Inoltre, tutta la frutta secca è amica della fertilità, in particolare le noci che rappresentano una fonte di omega-3 necessaria per la corretta produzione di ormoni, così come per uno sviluppo sano del cervello a livello gestazionale. Ne basta qualche gheriglio da consumare, preferibilmente, crudo poiché il calore danneggia gli acidi grassi essenziali.

Utile, anche, aumentare l’utilizzo delle spezie, compensando la quantità di sale, nello specifico lo zenzero, una radice preziosa che aiuta a disintossicare tutto l’organismo ed è in grado di agire sulla qualità spermatica grazie all’azione antiossidante [1].

Infine, non deve mancare un buon olio d’oliva (extravergine e possibilmente estratto a freddo); base dell’alimentazione mediterranea, contiene la vitamina E, il cui composto più attivo è l’alfa-tocoferolo, nome che deriva dal greco tokos che significa “prole” e phero “portare”. Pertanto, tocoferolo significa “avere figli”. L’olio è un potente antiossidante importante per proteggere i gameti dai danni dei radicali liberi. Nelle donne, la vitamina E può aiutare a regolare la produzione di muco cervicale e influire sullo spessore del rivestimento uterino [2].

Riassumendo, legumi, cereali integrali, frutta secca e spezie, conditi con olii naturali, renderanno le vostre tavole speciali, buone per il palato e per i vostri gameti; un’occasione da sfruttare per prepararvi a un nuovo anno che auspichiamo sia pieno di belle sorprese.

I migliori auguri di buone feste da tutto il nostro staff.

[1] Mares, A. K., Abid, W., & Najam, W. S. (2012). The effect of Ginger on semen parameters and serum FSH, LH & testosterone of infertile men. Tikrit Medical Journal, 18, 322–324.

[2] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19200982/



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PMA in Risalita dopo la Pandemia: +16.625 bambini dal 2021

PMA IN RISALITA DOPO LA PANDEMIA,

16.625 BAMBINI NATI NEL 2021 GRAZIE ALLE TECNICHE DI FECONDAZIONE ASSISTITA 

5.320 i bambini in più venuti al mondo nel 2021 rispetto all’anno precedente grazie a tecniche di fecondazione assistita: è quanto emerge dalla recente relazione del Ministero della Salute al Parlamento [1] che ha investigato lo stato di attuazione della Legge 40 contenente le norme in materia di procreazione medicalmente assistita. Una crescita che, dopo una contrazione dovuta alla pandemia da SARS-COV2, registra un aumento del 47% in un solo anno. Le coppie trattate, infatti, sono passate da 65.705 a 86.090, i cicli effettuati da 80.099 a 108.067 e i bambini da 11.305 a 16.625 (12.906 con gameti della coppia e 3.719 con gameti donati), pari al 4,2% del totale dei bambini nati nel 2021. 

Nel documento, inoltre, si conferma l’elevata età media delle donne che si sottopongono alle tecniche a fresco con gameti della coppia, 36,8 anni (gli ultimi dati dal Registro Europeo riportano un’età media di 35 anni per il 2018), ma diminuisce la percentuale di donne sopra i 40 anni che si sottopone alle tecniche di PMA a fresco: era del 35,8% nel 2020 ed è del 34,4% nel 2021. Per quanto riguarda la fecondazione in vitro con gameti provenienti da donazione, l’età media della donna è maggiore per la donazione di ovociti (41,9 anni) rispetto a quella del seme (34,8 anni). La principale causa dell’indicazione medica a procedere con ovociti donati, infatti,  rimane l’avanzata età materna, indicando come questa tecnica sia utilizzata soprattutto per infertilità fisiologica.

I centri che si occupano di procreazione medicalmente assistita sono in Italia 340, di cui 100 pubblici, 19 privati convenzionati e 221 privati (138 di I livello, quindi per inseminazione intrauterina, e 202 di II e III livello con fecondazione in vitro). La loro distribuzione è maggiore nel Nord del Paese, fatto che riflette una migliore offerta ai cittadini in tale area e caratterizza la differenza tra le Regioni. Sarebbe auspicabile che i centri PMA, per garantire qualità, sicurezza e appropriatezza delle procedure a tutti i cittadini in eguale misura fossero equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Infine, non stupisce l’aumento dei trasferimenti di un singolo embrione e la conseguente riduzione delle gravidanze dei parti sia gemellari che trigemini. Questa pratica è ormai considerata lo standard a livello internazionale e presso S.I.S.Me.R. è già adottata da diversi anni per garantire la salute della paziente e del nascituro e per favorire migliori risultati. 

Sulla PMA, nella relazione del Ministero della Salute, si è espresso lo stesso Ministro Schillaci indicando l’importanza della ricerca, dell’accessibilità ai trattamenti per le coppie di tutto il territorio nazionale, della promozione di campagne di informazione e della prevenzione.

Ricordiamo, in merito, quanto sia cruciale attuare dei comportamenti sani e prendersi cura della propria salute ad ogni età, facendo, inoltre, accertamenti ai primi campanelli d’allarme in modo da diagnosticare al più presto eventuali problematiche senza dovervi porre rimedio quando il problema è ormai irreversibile. 

Presso la nostra clinica, medici, biologi, psicologi e genetisti potranno consigliarvi il percorso più adatto sia in termini di prevenzione che di trattamento 

[1] https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=3380

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Mamme Over 50, Rischi e Limiti

MAMME OVER 50, RISCHI E LIMITI

Tornano alla ribalta della cronaca notizie di donne (vip e non) che hanno ottenuto una gravidanza ben oltre i 50 anni grazie, nella stragrande maggioranza dei casi, ad un’applicazione non sempre conforme alla buona pratica medica delle tecniche di fecondazione assistita. Una gravidanza in età così avanzata, infatti può comportare rischi sia per la madre che per il nascituro.

Sicuramente il nostro Paese è più restrittivo rispetto ad altri stati d’Europa, ma esistono motivi concreti che pongono dei limiti naturali e dei vincoli normativi. In particolare la Legge 40 stabilisce che possano accedere alla fecondazione eterologa (con ovociti di donatrice) donne con massimo 50 anni, mentre per le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita esclusivamente “coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi”. Se ne evince che, per le pazienti che utilizzano i propri gameti, non esiste un limite anagrafico stabilito dal legislatore, ma occorre valutare i singoli casi e le cause di infertilità. In realtà, per ciò che riguarda la PMA nel servizio sanitario nazionale, le Regioni, competenti in materia di salute, hanno stabilito dei “paletti anagrafici”, in modo diverso e indipendente. Capita così che in Veneto si possa ricorrere alla PMA presso una struttura pubblica anche fino ai 50 anni, in Campania fino ai 46, in Lombardia e nel Lazio 43 (che è anche l’età media suggerita dalla Conferenza delle Regioni al riguardo).

Bisogna prendere in considerazione che più si va avanti con l’età e più c’è un depauperamento del sistema riproduttivo con una diminuzione qualitativa e quantitativa degli ovociti. Anche se le tecniche di fecondazione assistita sono diventate particolarmente sofisticate ed efficaci, queste non possono sopperire completamente al declino naturale della fertilità e dell’organismo che si manifesta con il passare degli anni. 

Dobbiamo inoltre tener presente, al di là dei vincoli legali, che tutte le gravidanze in età materna avanzata sono correlate a un maggior rischio ostetrico e neonatale, con potenziale insorgenza di problematiche tra cui diabete gestazionale, ipertensione arteriosa, disturbi renali, parti prematuri, tagli cesarei e basso peso alla nascita, oltre ad aborti spontanei e aumento del rischio di anomalie cromosomiche. Senza contare che con l’aumentare dell’età le donne tendono ad essere maggiormente soggette a  fibromi, sindromi metaboliche e altre condizioni e patologie che possono complicare l’intero percorso.

Spesso i media sono forieri di notizie accattivanti che possono illudere chi sta cercando un figlio da tempo facendo credere che, grazie alla tecnologia, sia possibile fare tutto, ma non è così. Presso S.I.S.Me.R.  è possibile ricevere tutte le informazioni necessarie per essere pienamente consapevoli della propria situazione e del percorso migliore da intraprendere.


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Ottobre mese della prevenzione per il tumore al seno

OTTOBRE MESE DELLA PREVENZIONE PER IL TUMORE AL SENO

Quali sono i fattori ereditari da verificare

Il 95% dei carcinomi sono definiti o familiari (15% circa), quindi non si riscontrano mutazioni dei geni noti, ma esiste in famiglia una maggiore predisposizione o sono sporadici (la maggior parte); mentre nei tumori ereditari la donna presenta la mutazione dei geni BRCA 1 e/o BRCA 2 (3-5%).

Se la donna. in caso di positività per tumore, presenta particolari fattori di rischio come alta familiarità, indagini istologiche o giovane età, è bene rivolgersi a Centri di Senologia e, se necessario, sottoporsi a un test BRCA (oggi sono a disposizione pannelli multigenici in Centri specializzati, per valutare anche geni a minore penetranza).

Quali controlli fare

Se si riscontra la mutazione dei geni BRCA 1 e/o 2, le possibilità sono, principalmente, due o la chirurgia risk reducing (mastectomia bilaterale) o la stretta sorveglianza che passa per esami programmati (visita senologica, ecografia, mammografia, risonanza magnetica) schedulati in base all’età della donna. Queste mutazioni determinano anche una aumentata incidenza delle neoplasie salpingo-ovariche per cui è necessario anche uno stretto controllo ginecologico

Quali i sintomi di cui preoccuparsi

I sintomi più importanti sono l’autopalpazione di un nodulo, la secrezione, per lo più ematica dal capezzolo e la presenza di un linfonodo aumentato di volume nella ascella (che raramente provoca dolore). Purtroppo, però, una buona parte dei tumori mammari, non provoca sintomi (lesioni non palpabili) e sono rilevabili solo alla mammografia. 

Quali esami fare

L’esame cardinale a cui sarebbe bene che le donne, o seguendo lo screening mammografico programmato o tramite screening spontaneo, si sottoponessero periodicamente è la mammografia; da fare almeno una volta ogni due anni dopo i 40 anni o più precocemente nel caso ci siano fattori di rischio (tra cui familiarità, allattamento, obesità, sedentarietà, fumo, alcool).

Prevenzione

Un’alimentazione corretta ha un ruolo importante nella prevenzione del tumore al seno e ha benefici più ampi in grado di abbattere, anche, altri fattori di rischio. Quindi cibo sano, niente fumo, regolare attività fisica e pochi alcolici sono la ricetta per prevenire lo sviluppo di carcinomi. Anche l’ambiente in cui si vive è importante e le sostanze con cui si viene in contatto quotidianamente.

Il calo di peso comporta una diminuzione consistente del grasso viscerale che, quando è presente in eccesso, contribuisce a creare uno stato infiammatorio diffuso e livelli elevati di insulina e di glucosio.

L’alimentazione deve essere ricca di cereali integrali, vegetali e legumi limitando i grassi animali perché tendono a rallentare l’azione dell’insulina e a mantenere alta la glicemia. Limitare, inoltre, fortemente bibite confezionate e cibi industriali come merendine, pasti pronti, dolci, biscotti e caramelle.

Gli alimenti che possono aiutarci

Sì a tutte le verdure, in particolare, broccoli, cavolfiori e cavoli che possiedono proprietà antiestrogene oltre a mele, aglio, pomodori, carote, frutti di bosco, melagrane e ciliegie. Di stagione i fichi d’india, ricchi di antiossidanti, ma sconsigliati in caso di diverticoli e stitichezza.

Importante “curare” anche il microbiota cioè l’insieme di microrganismi che popolano il corpo in grado di influenzare persino le terapie contro il cancro spingendo il sistema immunitario a essere più attivo contro le cellule tumorali. Gli alimenti giusti? Cereali integrali e verdura, perché contengono fibra, la fonte energetica del microbiota, e alimenti fermentati, come yogurt, kefir, miso e tempeh che contribuiscono al mantenimento dell’equilibrio tra i microrganismi intestinali.

 

Fonte: Dott. Mario Taffurelli



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Italia che cambia: mamme più consapevoli e controllate con un boom di nascite da PMA

UN ITALIA CHE CAMBIA:

MAMME PIU’ CONSAPEVOLI E CONTROLLATE CON UN BOOM DI NASCITE DA PMA

Boom di fecondazione assistita in Italia, a dirlo sono i nuovi dati del Ministero della Salute, raccolti nel Rapporto sull’evento nascita in Italia [1].

Infatti, il decennio analizzato dal Ministero, mostra un profondo cambiamento del tessuto sociale nazionale con una percentuale di donne che ricorre alla fecondazione in vitro che passa dal 37% del 2012 al 48% nel 2022, oltre a un impressionante aumento del 73% dei parti con procreazione medicalmente assistita nel periodo considerato.

In drastica diminuzione, invece, i parti plurimi con PMA (21% nel 2012, 9% nel 2022); dato totalmente conforme alle politiche della nostra clinica che trasferisce sempre e solo un embrione (link al nostro articolo precedente: https://www.sismer.it/pma-gravidanze-gemellari/) nella piena tutela della salute della madre e del nascituro. 

Nelle gravidanze con PMA il ricorso al taglio cesareo nel 2022 si è verificato nel 52,5% di casi con un’inflessione quasi del 4%.

Aumenta l’età delle madri che partoriscono grazie a procreazioni medicalmente assistite, il 18,13% ha più di 40 anni, (nel 2012 era solo il 6,94%): un trend in crescita che si rispecchia per tutte le gestanti al primo figlio in quanto l’età media per le italiane passa da 31,5 a 32,2 e per le donne straniere da 27,7 a 29,2 anni. 

Dall’analisi completa delle nascite, l’89 % dei parti, si legge nel rapporto, è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati, il 10,8% nelle case di cura e solo lo 0,15% altrove (come in altre strutture di assistenza o a domicilio) anche se, tali ripartizioni, sono sostanzialmente diverse nelle Regioni in cui è rilevante la presenza di strutture private accreditate rispetto alle pubbliche. 

Mamme sempre più controllate e istruite; nel 91,9% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 (nel 76,7% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie) con una scolarità medio alta nel 42,5% dei casi e una laurea nel 34,8%; importante, quindi, prendere in considerazione come il livello di istruzione della madre possa influenzare sia l’accesso ai servizi sia le strategie di assistenza verso il feto ed il neonato.

Incoraggianti i dati relativi alla salute dei bambini con un calo del numero dei bimbi nati morti: nel 2022 sono stati 994, corrispondenti a un tasso di natimortalità, pari a 2,40 nati morti ogni 1.000 nati e 4.332 casi di malformazioni diagnosticate alla nascita. Lo 0,9% dei nati ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6,2% tra 1.500 e 2.500 grammi. Nei test di valutazione della vitalità del neonato tramite indice di Apgar, il 98,5% dei nati ha riportato un punteggio a 5 minuti dalla nascita compreso nel range di normalità (tra 7 e 10).

Un Paese che cambia con sempre più coppie che si rivolgono a percorsi medicalmente assistiti “non solo per coppie infertili, ma anche per coppie con problemi di aborti ripetuti o con difficoltà a concepire figli che non siano affetti da patologie genetiche gravi. Inoltre, è sempre maggiore il ricorso alla conservazione della fertilità soprattutto per quelle donne che la maternità sono costrette a ritardarla sia per problemi di salute che per problemi di lavoro.” dichiara il Dottor Luca Gianaroli (Direttore Scientifico S.I.S.Me.R.)

Presso la nostra clinica potrete ricevere tutta l’assistenza tecnica, psicologica e medica necessaria per intraprendere un percorso di PMA grazie a uno staff, con competenze trasversali, che vi potrà accompagnare lungo il viaggio verso una nuova vita.

 

[1]https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=6315



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Figli di una PMA: cosa raccontare ai bambini del percorso di nascita

FIGLI DI UNA PMA, COSA RACCONTARE AI BAMBINI DEL PERCORSO DI NASCITA

L’infertilità è un fenomeno molto diffuso e dovuto molteplici fattori sia patologici che legati ad influenze esterne come l’inquinamento e lo stile di vita. Sono, quindi, sempre di più gli aspiranti genitori che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita e i bambini nati con queste tecniche.

Nonostante questo, nel nostro Paese, è ancora difficile parlare apertamente di tali tematiche soprattutto in caso di donazione di gameti e questo può rendere, ancora più difficile, per i genitori spiegare ai figli il percorso da cui sono nati.

Tra le tante paure, c’è quella di non sapere se, e cosa dire, al bambino. In merito, non ci sono regole fisse da seguire, ogni genitore deve fare quello che si sente e che crede sia più opportuno per il proprio figlio; l’importante è avere scelto il percorso di PMA con consapevolezza e non avere, quindi, rimpianti su come sarebbero/avrebbero potuto andare le cose.

Nell’approccio di condivisione delle modalità di concepimento al bambino, i genitori non devono sentirsi soli, perchè possono avvalersi del supporto di specialisti in grado di aiutarli durante l’intero percorso, fin dalla diagnosi di infertilità e oltre il termine della sperata gravidanza. Questo è molto importante in considerazione della varietà di emozioni ad esso potenzialmente correlate sia a livello individuale che di famiglia. Presso SISMER, ad esempio, offriamo questo servizio non solo durante il trattamento, ma, su richiesta, anche in qualsiasi altro momento le coppie lo desiderino. 

Possono essere molto utili, anche, i libri per l’infanzia che sono in grado di spiegare, tramite illustrazioni e concetti semplici, la difficoltà di diventare genitori e, eventualmente, la figura del donatore. Proprio in merito al donatore, tale entità non deve essere vista come qualcosa di strano o astratto, ma come una persona che ha scelto di aiutare il prossimo come per chi dona il midollo spinale, il sangue, il cordone o, come in questo caso, i gameti, dando parte del loro patrimonio cromosomico.

Le istituzioni avrebbero l’importante compito di creare un substrato culturale che normalizzi la PMA e la donazione, in modo che chi deve ricorrere a queste tecniche non viva una situazione di disagio e pregiudizio che può influire negativamente, anche, sulla scelta delle modalità di condivisione con i figli del percorso che ha portato alla loro nascita. La letteratura scientifica dimostra che non esistono differenze significative, né a livello fisico né a livello psicologico, tra bambini concepiti spontaneamente e quelli nati da PMA. Avere un bambino significa aiutarlo a crescere e dare insegnamenti, condividere il mondo, il passato, il presente e il futuro. Un figlio è un essere nuovo, unico, che mette radici nella famiglia e che crescerà a fianco dei genitori; quindi, la modalità di concepimento o il patrimonio genetico passano in secondo piano rispetto ai legami affettivi e familiari che potranno diventare sempre più solidi anche attraverso il continuo confronto e una comunicazione vera e diretta.

Per ogni approfondimento i nostri specialisti sono sempre a disposizione nell’affiancarvi e darvi pieno supporto affrontando, con serenità e consapevolezza, qualsiasi strada dovrete percorrere.



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