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Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno e all’informazione su questa malattia, che in Italia si stima colpisca 1 donna su 42 al di sotto dei 49 anni e 1 donna su 18 oltre i 50 anni.
Sebbene sia una malattia molto grave, oggi la mortalità è in calo e la sopravvivenza a 5 anni nelle pazienti più giovani arriva al 91%.

Quali sono i fattori di rischio per il tumore al seno?

I fattori di rischio per il tumore al seno sono numerosi e tra di essi ci sono la familiarità per questa patologia, stili di vita poco salutari (fumo, alcool, sedentarietà, …), dieta squilibrata, ma anche variabili legate alla vita riproduttiva, come ad esempio la nulliparità, gravidanze in età riproduttiva avanzata, menopausa tardiva, ecc.

Tumore al seno e procreazione assistita: esiste davvero una correlazione? 

Ormai da diversi anni in campo medico è aperto un dibattito sul potenziale aumento del rischio di tumore al seno legato ai farmaci per la stimolazione ovarica usati nei trattamenti di procreazione assistita. Tale ipotesi è basata sul fatto che diverse forme di tumore al seno sono “ormono-dipendenti” e che molti di questi farmaci sono appunto a base di ormoni o influiscono su di essi.

I numerosi studi condotti finora NON hanno evidenziato un aumento del rischio in questo senso, anche se alcuni di essi presentavano limitazioni legate alle popolazioni oggetto di studio e al periodo di follow-up spesso breve. Nuove ricerche sono quindi fondamentali per confermare ulteriormente questi dati.

Quindi non c’è da preoccuparsi?

Alla luce di questi dati, le pazienti che si sottopongono a procreazione assistita possono farlo con serenità anche perché:

  • I farmaci utilizzati oggi hanno nuove formulazioni e vengono somministrati in dosaggi inferiori rispetto al passato
  • La stimolazione ovarica prevede un periodo di esposizione a questi ormoni molto limitato
  • La stimolazione avviene sotto stretto controllo medico e la tipologia dei farmaci utilizzati e il loro dosaggio vengono personalizzati a seconda delle caratteristiche specifiche della singola paziente
  • Oggi si ricorre sempre più spesso al trasferimento di embrioni crioconservati, che limita il numero di stimolazioni a cui la paziente deve sottoporsi rispetto al passato.

Potrò diventare mamma dopo il tumore al seno?

Oggi, come abbiamo visto, le percentuali di sopravvivenza sono molto elevate, ma purtroppo nella maggior parte dei casi le terapie influiscono negativamente sulla fertilità. In caso di diagnosi, prima di procedere con le terapie necessarie, è possibile crioconservare i propri ovociti per un eventuale utilizzo futuro.
Qualora questo non sia stato possibile, è possibile ricorrere alla donazione di ovociti.
Prima di sottoporsi a questi trattamenti, ovviamente, è necessario il parere positivo dell’oncologo.

La prevenzione, l’arma più potente.

Contro il tumore al seno, due delle armi più potenti sono ancora la prevenzione e la diagnosi precoce. Salvo diverse indicazioni, è fondamentale sottoporsi a visite specialistiche e ecografie a cadenza annuale e dopo i 50 anni, effettuare una mammografia ogni due anni come previsto dai programmi di screening. In caso di dubbi o curiosità, gli specialisti di S.I.S.Me.R. sono a vostra disposizione.

Per informazioni e appuntamenti: pazienti@sismer.it; 051307307.