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L’infertilità cresce in Italia con numeri preoccupanti. A Bologna gli esperti italiani si confrontano al convegno-workshop “Le Sfide dell’Infertilità”

L’infertilità è in crescita in Italia, ma gli scienziati sono cerca di soluzioni. E’ a fronte di questo importante obiettivo, che i maggiori esperti italiani si sono incontrati a Bologna al convegno e workshop “Le Sfide dell’Infertilità” organizzato da S.I.S.Me.R., con l’obiettivo di condividere le informazioni sui macro-temi dell’infertilità e ottenere soluzioni concrete.

I dati sull’infertilità in Italia sono allarmanti, considerando che è raddoppiata in 20 anni e in metà secolo si è ridotto del 50% il numero degli spermatozoi. A fronte dei dati, solo il 56,1% delle coppie con problemi di fertilità chiedono aiuto al medico, e ancora meno, una su quattro, intraprende un percorso PMA per ottenere una gravidanza.

Lo stile di vita è concausa del fenomeno, sia poiché le donne cercano figli sempre più tardi, sia a causa dell’aumento di persone obese o l’utilizzo smodato di alcool e sigarette. Alle abitudini quotidiane si aggiungono variabili esterne negative, quali l’inquinamento atmosferico che in alcuni casi comporta malattie dell’apparato riproduttivo, così come l’aumento della temperatura che può compromette l’attività dei testicoli.

L’infertilità è un fenomeno in crescita in tutti i Paesi, specie occidentali, legato a stili di vita – spiega il dott. Luca Gianaroli, direttore scientifico del centro di fecondazione assistita S.I.S.Me.R. – specialmente perché le coppie cercano figli più tardi. Basti considerare che le donne oggi partoriscono ad un’età media di 32 anni, quando pochi anni fa erano 28. L’avanzare dell’età comporta una riduzione di probabilità di successo sia di concepimento naturale sia di tecniche di concepimento assistito.”

E’ la prima volta che si affronta il tema dell’infertilità in un convegno con la modalità del workshop, ovvero coinvolgendo i partecipanti con una sfida basata su casi clinici reali. “Abbiamo scelto la modalità del workshop interattivo – continua il dott. Gianaroli – le persone sono suddivise in tavoli per un totale di 40 partecipanti, affrontano sette temi attraverso un caso clinico che devono risolvere. In questo modo si può concretamente affinare le proprie conoscenze, ponendo domande su casi reali e a cui seguono lezioni frontali di esperti da tutta Italia.”