Perdita di fertilità maschile: problema che rischia di diventare irreversibile
PERDITA DI FERTILITÀ MASCHILE, UN PROBLEMA CHE RISCHIA DI DIVENTARE IRREVERSIBILE
L’infertilità, intesa come impossibilità di ottenere una gravidanza dopo almeno 12 mesi di regolari rapporti non protetti, è una vera e propria patologia in crescita che colpisce indiscriminatamente uomini e donne in ogni parte del mondo, come conferma l’ultimo report della Organizzazione Mondiale della Sanità che ha investigato 12’241 studi sul tema pubblicati dal 1990 al 2021.
Quattro milioni le persone nel mondo che hanno gravi difficoltà nel diventare genitori, con una stima globale dell’incidenza del problema di 1 adulto ogni 6. Le zone più colpite il Pacifico occidentale con il 23,2%, seguito dal Nord e Sud-America (20%) e l’Europa (16,5%).
Nonostante queste statistiche impressionanti e preoccupanti e nonostante il fatto che l’infertilità è una patologia che può comportare gravi conseguenze non solo per gli individui che ne soffrono, ma anche per la società a livello socio-economico, le strategie e le risorse messe in campo per contrastare questa problematica globale purtroppo sono ancora troppo spesso limitate, frammentarie e soggette a forti diseguaglianze.
L’auspicio è che il report appena pubblicato da un ente autorevole come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, funga da spinta per accrescere la consapevolezza su queste problematiche anche a livello sociale e politico.
Infertilità: una vera e propria pandemia
INFERTILITA’: UNA VERA E PROPRIA PANDEMIA
L’infertilità, intesa come impossibilità di ottenere una gravidanza dopo almeno 12 mesi di regolari rapporti non protetti, è una vera e propria patologia in crescita che colpisce indiscriminatamente uomini e donne in ogni parte del mondo, come conferma l’ultimo report della Organizzazione Mondiale della Sanità che ha investigato 12’241 studi sul tema pubblicati dal 1990 al 2021.
Quattro milioni le persone nel mondo che hanno gravi difficoltà nel diventare genitori, con una stima globale dell’incidenza del problema di 1 adulto ogni 6. Le zone più colpite il Pacifico occidentale con il 23,2%, seguito dal Nord e Sud-America (20%) e l’Europa (16,5%).
Nonostante queste statistiche impressionanti e preoccupanti e nonostante il fatto che l’infertilità è una patologia che può comportare gravi conseguenze non solo per gli individui che ne soffrono, ma anche per la società a livello socio-economico, le strategie e le risorse messe in campo per contrastare questa problematica globale purtroppo sono ancora troppo spesso limitate, frammentarie e soggette a forti diseguaglianze.
L’auspicio è che il report appena pubblicato da un ente autorevole come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, funga da spinta per accrescere la consapevolezza su queste problematiche anche a livello sociale e politico.
Trattamenti di PMA e detrazioni fiscali: alcune informazioni utili per i pazienti
TRATTAMENTI DI PMA E DETRAZIONI FISCALI: ALCUNE INFORMAZIONI UTILI PER I PAZIENTI
Si avvicina la scadenza per la presentazione della documentazione necessaria alla compilazione della dichiarazione dei redditi. Ecco alcune informazioni utili per accedere alle detrazioni previste per le spese sostenute per trattamenti di PMA.
A partire dal 2016 tutte le strutture sanitarie sono obbligate ad inviare al Sistema TS le fatture emesse nei confronti dei propri pazienti, al fine di predisporre la dichiarazione dei redditi precompilata.
I dati sono messi anche a disposizione dei cittadini che possono pertanto consultare le spese che hanno sostenuto, sulla base di quanto inviato al Sistema TS dagli erogatori di prestazioni sanitarie.
Il paziente può opporsi all’invio delle proprie fatture al Sistema TS?
L’invio telematico é escluso solo in presenza di specifica opposizione, che deve essere espressa dall’assistito al momento dell’emissione della fattura.
A chi devono essere intestate le fatture relative alle prestazioni di PMA?
Le fatture relative ai trattamenti di PMA possono essere intestate indifferentemente a entrambi i partners. Al momento dell’emissione della fattura è necessario comunicare all’operatore i dati del partner a cui si desidera che venga intestato il documento. Per minimizzare il rischio di potenziali errori, è importante presentare la tessera sanitaria, che verrà scansionata con apposito lettore ottico.
Gli esami diagnostici (es. spermiogramma, isteroscopia, ecc.) possono essere intestati solo alla persona che li ha effettivamente eseguiti.
A quanto ammonta la detrazione prevista per i trattamenti di PMA?
Come per tutte le prestazioni sanitarie, la detrazione per i trattamenti di PMA ammonta al 19%.
Nella fattura è obbligatorio specificare il tipo di prestazione eseguita?
Si
Con che modalità di pagamento si può accedere alla detrazione?
E’ possibile accedere alla detrazione solo in caso di pagamenti tracciabili (ad es. bancomat, carta di credito, bonifico, assegno). Se il pagamento viene eseguito in contanti, non si potrà accedere alla detrazione.
Transfer Embrionale, come prepararsi
TRANSFER EMBRIONALE, COME PREPARARSI
Il transfer embrionale rappresenta la fase finale del percorso di fecondazione assistita e consiste nel trasferimento in utero di uno degli embrioni prodotti in laboratorio; può essere effettuato nel corso dello stesso ciclo di stimolazione ovarica (o scongelamento di ovociti e inseminazione in caso di eterologa), e quindi “a fresco”, oppure utilizzando embrioni crioconservati provenienti da cicli precedenti.
Il transfer rappresenta l’ultimo tassello del trattamento e, data l’incertezza dell’esito, è l’ennesimo passaggio stressante che può acuire paure e ansie. La buona notizia, però, è che è un intervento molto semplice. Infatti, non richiede anestesia e si svolge in pochi minuti. Verrai accomodata nel tuo letto, ti cambierai i vestiti indossando il camice e verrai portata in sala operatoria dove ti aspetta il nostro team di medici, ostetriche e biologi.
Vediamo meglio come avviene: il ginecologo, esperto in PMA, inserisce attraverso il collo dell’utero un apposito catetere all’interno del quale il biologo del laboratorio ha caricato l’embrione, questo catetere è a sua volta collegato a una piccola siringa che serve per spingere nella cavità uterina il “medium” in cui è sospeso l’embrione stesso. Il catetere viene, quindi, rimosso e ispezionato per assicurarsi che non sia rimasto nulla all’interno.
A parte il fastidio dello speculum, il dolore associato a questa procedura è davvero minimo (dipende sempre anche dalla conformazione dell’utero) ed infatti, contrariamente a quanto avviene per il pick-up, non è necessaria anestesia.
E’ importante arrivare a questa – auspichiamo – fine del percorso nel miglior modo con un corpo e una mente in salute, mangiando in modo corretto, bevendo molta acqua e riducendo fortemente cibi confezionati, bevande zuccherate e alcolici.
In particolare, carboidrati ad alto contenuto di zucchero come pasta bianca, pane bianco e biscotti aumentano i livelli di zucchero nel sangue e possono causare squilibri ormonali. Anche l’esercizio fisico è un fattore importante in vista del trasferimento dell’embrione: la chiave è mantenere un buon flusso di sangue che garantisca ai vari organi, utero compreso, il giusto rifornimento di ossigeno e sostanze nutritive, per creare un accogliente luogo di “riposo” per l’embrione.
Avere un approccio positivo può essere difficile, soprattutto in caso di precedenti delusioni e fallimenti, ma è importante arrivare a questo “grande giorno” con lo spirito giusto, consci delle possibilità di successo, ma speranzosi e consapevoli dell’impegno profuso in questo percorso così complesso e impegnativo.
L’endometrio nelle tecniche di fecondazione assistita ha un ruolo fondamentale, come migliorare la recettività?
L’ENDOMETRIO NELLE TECNICHE DI FECONDAZIONE ASSISTITA HA UN RUOLO FONDAMENTALE, COME MIGLIORARE LA SUA RECETTIVITA’?
Può capitare che, nonostante la buona qualità di un embrione (sviluppatosi sia in modo naturale che con tecniche di PMA), questo non riesca ad attecchire nell’endometrio e a svilupparsi, con la conseguente mancata gravidanza. I motivi per cui ciò accade sono diversi, ma il test della recettività endometriale è in grado di rilevarne uno importante, quello della finestra temporale d’impianto in cui l’utero è fisiologicamente pronto ad accogliere l’embrione.
La cavità uterina è rivestita da un particolare tessuto, l’endometrio, le cui caratteristiche cambiano in base al periodo del ciclo mestruale; ogni mese esso si prepara naturalmente ad accogliere e nutrire un embrione nell’eventualità di un concepimento. Gli ormoni sono i regolatori della struttura di questo particolare epitelio: all’inizio del ciclo gli estrogeni prodotti dal follicolo ovarico ne innescano la crescita fino all’ovulazione e, successivamente, nella fase luteale, entra in gioco il progesterone. Il tessuto endometriale è pronto a ricevere l’embrione tra i 5 ed i 7 giorni dopo l’afflusso del progesterone.
La recettività endometriale, fondamentale per il raggiungimento della gravidanza, è identificabile anche tramite un’ecografia grazie alla capacità di rilevare il cambiamento e lo spessore del rivestimento interno dell’utero. Tuttavia, non sempre tale aspetto è significativo da solo e per chi si affida a tecniche di fecondazione in vitro, è possibile effettuare un test per stabilire, con maggiore esattezza, quando trasferire l’embrione in modo da evitare ulteriori fallimenti devastanti fisicamente ed emotivamente.
Il test, chiamato Be-Ready, prevede l’effettuazione di una terapia farmacologica analoga a quella di preparazione al trasferimento di embrioni crioconservati. Nel giorno in cui da schema si dovrebbe eseguire il transfer, viene invece eseguita una biopsia aspirando un piccolo campione di tessuto interno all’utero attraverso un catetere inserito dalla cervice uterina. E’ una procedura semplice e rapida che può essere solo leggermente fastidiosa.
Il campione raccolto viene, quindi, attentamente analizzato dal laboratorio che investiga i principali marcatori genici che riflettono la recettività endometriale mediante la tecnologia NGS (Next Generation Sequencing) dando risultati che variano da recettivo a post o pre-recettivo.
L’esito impiegherà circa 2 settimane ad arrivare, e la terapia di preparazione al transfer di embrioni crioconservati verrà adeguata ai risultati ottenuti aumentando, così, le possibilità di concepimento. Presso il nostro centro è possibile effettuare questo test e ricevere tutte le informazioni al riguardo.
Ricordiamo, infine, che l’utero, come tutti gli altri organi, fa parte del sistema complesso che costituisce l’intero organismo regolamentato da fattori interni ed esterni, per cui abbiatene cura con un corretto stile di vita!
Pillola Anticoncezionale per uomini: ultima novità
PILLOLA ANTICONCEZIONALE PER UOMINI, ULTIMA NOVITA’
S.I.S.Me.R. ha come scopo aiutarvi nel diventare genitori e far nascere bambini, allora perché parlare di pillola anticoncezionale? Per la libertà di scelta come individui e come coppia, un aspetto della sessualità rimasto un tabù per secoli nel nostro Paese e, tuttora, in molte parti del mondo.
In Italia la contraccezione è legale dal 1971, quando una sentenza della Consulta abolì il divieto di utilizzo, pubblicità e vendita di contraccettivi oggi di uso comune, come pillola e preservativi. Da allora le donne hanno potuto gestire con maggiore autonomia le proprie scelte riproduttive, facendosi però spesso carico da sole della responsabilità della contraccezione.
Un nuovo studio apre, anche ai maschi, la possibilità di ricorrere a un contraccettivo orale, facile da assumere e che permette di tutelarsi senza effetti indesiderati. Infatti, un gruppo di ricercatori della Cornell University ha ottenuto un farmaco, ancora sperimentale, che non contiene ormoni e può essere assunto prima di avere un rapporto sessuale con effetti transitori che si annullano in un solo giorno. La pillola funziona come inibitrice dell’enzima adenilato ciclasi, essenziale per l’attività degli spermatozoi rendendoli incapaci di raggiungere l’ovocita per fecondarlo.
Una frontiera in più nella libertà e consapevolezza per ragazzi e uomini, ma anche per donne che possono avere un’ulteriore possibilità di condividere la responsabilità degli effetti di un rapporto anche con il partner.
Presso S.I.S.Me.R. potrete trovare medici specialisti in ginecologia e andrologia per ogni supporto.
Aumenta la lunghezza media del pene negli ultimi 30 anni, un campanello d’allarme da non ignorare
AUMENTATA LA LUNGHEZZA MEDIA DEL PENE NEGLI ULTIMI 30 ANNI,
UN CAMPANELLO D’ALLARME DA NON IGNORARE
Un recente studio, condotto alla Stanford University*, ha evidenziato come lunghezza media del pene negli uomini sia aumentata di circa tre centimetri, passando a 15 centimetri dai 12; una notizia che può destare entusiasmo tra le nuove generazioni, ma che, in realtà, non è un segnale positivo.
Sebbene la riduzione nella conta spermatica e dei livelli di testosterone sia nota, tanto da aver coniato il termine “spermocalypse”, la lunghezza del pene non era ancora stata investigata in modo sistematico. Il gruppo di ricerca ha analizzato 55.761 uomini ed escluso gli studi basati su un’auto-misurazione o che riportavano misurazioni effettuate a seguito di importanti interventi di chirurgia pelvica, scoprendo che tra il 1942 e il 2021 le dimensioni sono aumentate. In particolare, ad essere aumentata è la lunghezza del pene quando è eretto.
Chiarificatrici le parole di Alessandro Palmieri, presidente Sia (Società Italiana di Andrologia) “l’aumento delle dimensioni dei genitali maschili potrebbe essere un altro indicatore dell’impatto di fattori ambientali, come l’esposizione a inquinanti o l’aumento di stili di vita poco sani”.
Infatti, nonostante siano risultati preliminari che andranno approfonditi, questa è un’ulteriore conferma di come l’ambiente in cui viviamo sia in grado di colpire anche gli organi riproduttivi e di come fumo, alimentazione errata, mancanza di movimento e aria malsana, minino la nostra salute. Oltretutto, gli stessi autori dello studio, sostengono sia importante monitorare questo tipo di cambiamenti anche nella popolazione pediatrica e negli organi riproduttivi femminili.
Le evidenze ci danno un motivo in più per invitare, soprattutto, chi si approccia a un percorso di fecondazione assistita ad assumere un modello di vita sano. Presso la nostra clinica è possibile trovare tutti gli specialisti a disposizione per offrire una consulenza e dare il miglior supporto medico possibile.
* Belladelli F, Giudice FD, Glover F, Mulloy E, Muncey W, Basran S, Fallara G, Pozzi E, Montorsi F, Salonia A, Eisenberg ML. Worldwide Temporal Trends in Penile Length: A Systematic Review and Meta-Analysis. World J Mens Health. 2023;41:e31. https://doi.org/10.5534/wjmh.220203
PMA e gravidanze gemellari? Meglio di no. Ecco perché preferiamo trasferire un solo embrione
PMA E GRAVIDANZE GEMELLARI? MEGLIO DI NO. ECCO PERCHE’ PREFERIAMO TRASFERIRE UN SOLO EMBRIONE
Chi si sottopone a un percorso di procreazione medicalmente assistita, spesso, non vede una possibile gravidanza gemellare come un problema, nonostante essa sia direttamente associata a una serie di complicazioni sia per la madre che per i bambini.
La complicanza più grave, sia per importanza che per frequenza, é il parto prematuro. Infatti, nelle gravidanze gemellari, la prematurità si presenta nella metà dei casi con problematiche associate ai bimbi che possono mettere a rischio la loro vita o provocare effetti a lungo corso.
Inoltre, in caso di gravidanza multipla aumentano le possibilità di insorgenza di diabete gestazionale, ipertensione e/o preeclampsia, rottura prematura delle membrane, cesareo, ritardo nello sviluppo intrauterino del feto, basso peso del bimbo alla nascita e mortalità perinatale. Questi rischi sono ulteriormente aggravati dal fatto che le donne che si sottopongono a trattamenti di PMA sono spesso in età riproduttiva anche molto avanzata.
Chiaramente, la maggioranza delle gravidanze gemellari, soprattutto se ben seguite dallo specialista e con attenzione da parte della madre nell’alimentazione e nel controllo del peso, termina a buon fine, ma tali rischi non possono essere totalmente esclusi; ecco perché, quando si procede con un percorso di fecondazione assistita, è preferibile impiantare un solo embrione tutelando la salute dell’intera famiglia, presente e futura.
Occorre considerare che, negli ultimi anni, le percentuali di gravidanza sono migliorate pur trasferendo un minor numero di embrioni e le gravidanze triple quasi scomparse dai trattamenti di PMA. Questo successo è stato possibile grazie all’ottimizzazione dei protocolli di stimolazione ovarica, del miglioramento delle tecniche di coltura e selezione degli embrioni e dall’adozione da parte dei Centri più qualificati di politiche di trasferimento di un solo embrione alla volta (SET, Single Embryo Transfer). Fondamentali, anche, le modifiche alla Legge 40, che obbligava l’impianto di tutti gli embrioni che si formavano fino a un massimo di tre. Questa norma è stata abrogata nel 2009, a tutela della salute della donna, per cui oggi gli ovociti, così come gli embrioni, si possono crioconservare per un utilizzo futuro (in caso di insuccesso o per avere un altro figlio).
Presso S.I.S.Me.R. abbiamo adottato una rigorosa politica di trasferimento di un singolo embrione per tentativo, al fine di ottimizzare le possibilità di successo dei nostri pazienti e per tutelare la loro salute e quella dei figli che tanto desiderano. I nostri specialisti sono a disposizione per fornirvi tutte le informazioni e i chiarimenti di cui doveste necessitare in merito.
Trattamenti di PMA e interazione con altri famarci e integratori, come comportarsi
TRATTAMENTI DI PMA E INTERAZIONE CON ALTRI FARMACI E INTEGRATORI, COME COMPORTARSI
Se prima, o durante, un percorso di PMA si stanno assumendo farmaci (antidolorifici, antinfiammatori, antidepressivi, etc.) o integratori, è molto importante comunicarlo al medico di riferimento, che deciderà in merito alla eventuale sospensione della terapia o alla sua continuazione.
Alcuni farmaci, infatti, possono interagire con le terapie ormonali o essere controindicati in gravidanza. Nell’uomo, vi sono medicinali (ad esempio alcuni antidolorifici e antinfiammatori) che possono compromettere la qualità del liquido seminale.
Ovviamente, anche nella fase di preparazione al trattamento di fecondazione assistita e durante la terapia ormonale (ad esempio in vista di un pick-up ovocitario o di un transfer di embrioni), è necessario curarsi in caso di patologie, ma bisogna farlo sotto stretto controllo medico ed è meglio evitare integratori e farmaci secondo il principio del fai-da-te, del consiglio dell’amico e dei blog su internet. Infatti, purtroppo, è sempre più diffusa la cattiva e pericolosa abitudine di assumere farmaci non indispensabili e di abusare di antibiotici e integratori senza averne la reale necessità.
In caso di febbre alta, forte mal di testa o dolore in corso di trattamento, sempre sotto consiglio del medico, è possibile generalmente assumere paracetamolo. Se, invece, il problema è il naso chiuso, così comune d’inverno, meglio evitare spray e decongestionanti orali, preferendo vecchi rimedi come fumenti e miele di eucalipto.
Anche gli integratori alimentari e gli olii essenziali, spesso erroneamente ritenuti inoffensivi perché naturali, vanno assunti solo su indicazione del medico. L’Acido folico, invece, è raccomandato in fase pre-concezionale e durante la gravidanza perché nelle dosi raccomandate è una vitamina che aiuta a prevenire malattie del tubo neurale (come la spina bifida) nel bambino e ad evitare aborti spontanei. Possono essere utili anche vitamina C e D, di cui spesso si è carenti, ma attenzione ad assumere multivitaminici che possono appesantire fegato e reni.
Infine, si ricorda che un’alimentazione corretta e uno stile di vita sano possono aiutare a rimanere in salute e a limitare la necessità di dover ricorrere a farmaci ed integratori. I medici e i nutrizionisti di S.I.S.Me.R. sono a disposizione per fornire maggiori informazioni e chiarire eventuali dubbi in questi ambiti.
Dr.ssa Michela Kuan con la consulenza dell’équipe clinica PMA di S.I.S.Me.R.
La Riproduzione Assistita: il prezioso ruolo del partner maschile
LA RIPRODUZIONE ASSISTITA: IL PREZIOSO RUOLO DEL PARTNER MASCHILE
Per un uomo, un trattamento di riproduzione assistita può rappresentare una sfida difficile in cui entrano in gioco vari aspetti. Infatti, non riuscire ad avere figli può essere, per la figura maschile, motivo di disagio a causa di stereotipi legati alla potenza sessuale e alla virilità tanto infondati e discutibili quanto ancora diffusi nel nostro Paese che rischiano di rendere la diagnosi di infertilità ancora più difficile da accettare. Inoltre, spesso, l’uomo si trova in una situazione passiva dove “sopportare” il fatto che la sua partner si sottoponga a un trattamento medico invasivo senza potersi sentire d’aiuto.
Intraprendere un percorso di fecondazione assistita non deve essere mai vissuto come una sconfitta personale in cui sentirsi diversi o “sbagliati” isolandosi nei problemi e nelle paure, ma va profondamente compreso che l’infertilità, sia femminile che maschile, è una patologia molto più comune di quanto non si creda per la quale non bisogna provare nessuna colpa.
Solitamente, le donne hanno amiche e parenti con cui confidarsi, mentre l’uomo tende a chiudersi. E’ invece, importante comunicare e fare rete con chi si sente vicino oltre che con il partner che ha bisogno di particolari attenzioni in un momento così delicato; quindi, cercate di fare più attività insieme e regalatevi momenti di svago che piacciano a entrambi e che vi permettano di non pensare a quanto difficile o lunga può essere l’attesa di una gravidanza. Parlare delle proprie emozioni, esperienze e aspettative aiuta a sentirsi più forti e ad intraprendere il percorso ancora più uniti di prima.
Presso S.I.S.Me.R., è possibile trovare esperti a cui rivolgersi per un supporto psicologico in modo da affrontare il più serenamente possibile il trattamento, sia come individui che come coppia.