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Presso il centro S.I.S.Me.R. di Bologna si è tenuta il 28 Giugno 2018 una conferenza stampa in cui è stato raccontato a giornali e televisioni nazionali ed internazionali del primo bambino nato dopo trapianto di utero tra sorelle gemelle. Si tratta di un risultato primo e unico al mondo, che ha visto la collaborazione di esperti a livello internazionale, a partire dall’equipe medica svedese di Mats Brännström, direttore della Clinica Stockholm Ivf (Gruppo Eugin) e pioniere della tecnica del trapianto di utero, presso la Clinica Universitaria Pediatrica di Belgrado diretta da Zoran Radojicic nel mese di marzo 2017. All’intervento hanno preso parte anche Milan Milenkovic, Mirorslav Djordjevic e Stefan Tullius, direttore della Divisione Trapianti del Brigham and Women’s Hospital presso la Harvard Medical School.

La durata dell’espianto è stata di 10 ore, mentre quella del trapianto di 5 ore. Oltre al successo del trapianto, si registra un regolare decorso privo di complicazioni per entrambe le pazienti. E’ stato poi effettuato un trattamento di procreazione assistita presso la Stockholm Ivf con un embrione crioconservato della coppia che ha dato origine alla gravidanza. Per tutta la durata della gravidanza, che ha avuto un regolare decorso, la paziente è stata seguita da Luca Gianaroli, direttore scientifico del S.I.S.Me. R. di Bologna, centro di ricerca per la fecondazione assistita scelto da Brännström.

“Quella di oggi è una pietra miliare sia nel campo della medicina della riproduzione che in quello dei trapianti – afferma Brannstrom – questo successo si aggiunge a quelli già ottenuti nei trapianti madre-figlia in cui abbiamo una percentuale di bambini nati dell’85%”.

“Il trapianto tra gemelli – ricorda Stefan Tullius – ci riporta alle origini dei primi interventi chirurgici di trapianto avvenuti più di 60 anni fa, quando la prima operazione di successo fu un trapianto di reni tra due gemelli identici. Siamo davanti a una procedura unica nel suo genere, poiché non solo è stato coinvolto un gruppo internazionale di specialisti, ma anche pe r il grande altruismo della scelta della sorella della paziente di donarle il proprio utero”.

Anche Gianaroli commenta con entusiasmo il buon esito di questo lungo percorso: “Questo incredibile risultato è frutto della combinazione di alcune delle più sofisticate tecniche chirurgiche e delle importanti innovazioni tecnologiche nel campo della procreazione assistita, che oggi permettono di offrire soluzioni anche a casi di infertilità e sterilità fino a ora considerati senza speranza, se non ricorrendo alla maternità surrogata, tecnica peraltro vietata in molti Paesi“.