Nel percorso della fecondazione in vitro (FIVET), uno degli aspetti da considerare e da chiarire è lo stadio di sviluppo dell’embrione al momento del trasferimento nell’utero materno. Tra i diversi stadi embrionali, la blastocisti rappresenta lo sviluppo cronologicamente più avanzato ottenibile in vitro che indica la capacità di crescita progressiva.
Presso SISMER – Gruppo Nefrocenter, centro di eccellenza per la medicina della riproduzione, la coltura embrionale fino allo stadio di blastocisti è una pratica consolidata, applicata con competenza e maestria quando le condizioni cliniche e biologiche la ritengano opportuna, nel pieno rispetto della fisiologia e della sicurezza dei pazienti. Non è pertanto un percorso obbligato che di per se garantisca un miglior successo all’ intero trattamento. La scelta della durata della coltura embrionale va fatta in base all’ intero quadro clinico ed embriologico di quella specifica coppia in quello specifico momento della loro storia terapeutica. Non è pertanto da escludere che talvolta possa essere preferibile eseguire il transfer ad uno stadio embrionale più precoce.
Cos’è una blastocisti
La blastocisti è uno stadio di sviluppo dell’embrione umano che si forma circa cinque o sei giorni dopo la fecondazione. In questa fase, l’embrione ha già subito numerose divisioni cellulari ed è passato da una singola cellula (zigote) a una struttura complessa composta da circa 200 cellule organizzate in gruppi distinti. Dal punto di vista biologico, la blastocisti è il risultato di un processo di maturazione naturale che prepara l’embrione all’impianto nell’endometrio materno, ossia la parete interna dell’utero.
Come si forma: le fasi dello sviluppo embrionale
Dopo la fecondazione in vitro di un ovocita da parte di uno spermatozoo, l’embrione attraversa diverse fasi di crescita:
- Giorno 1 – Zigote: è la prima cellula del nuovo organismo, possiede 46 cromosomi nel suo nucleo derivato dalla fusione dei due pronuclei, uno materno e uno paterno, dell’ovocita fecondato.
- Giorno 2 – Embrione a 2-4 cellule: avviene la prima serie di divisioni cellulari.
- Giorno 3 – Embrione a 6-8 cellule: in questa fase si effettua spesso la prima valutazione morfologica.
- Giorno 4 – Morula: le cellule si compattano, dando origine a una sfera solida.
- Giorno 5-6 – Blastocisti: le cellule si organizzano in due popolazioni principali:
- Massa cellulare interna (ICM), da cui si svilupperà il feto;
- Trofoblasto, che darà origine alla placenta e ai tessuti extraembrionali.
All’interno della blastocisti si forma anche una cavità piena di liquido, detta blastocele, che ne favorisce l’espansione e prepara la struttura all’impianto nell’utero.
L’importanza nella FIVET
Coltivare un embrione fino allo stadio di blastocisti è un processo che consente di selezionare gli embrioni con il più alto potenziale di sviluppo in vitro.
Esaminiamo i motivi principali per cui generalmente si tende a ritenere che la coltura embrionale prolungata con l’ intento di ottenere lo stadio di sviluppo di blastocisti rivesta un ruolo nel successo della fecondazione in vitro.
1. Selezione embrionale
Non tutti gli embrioni prodotti in laboratorio riescono a svilupparsi fino alla blastocisti. Si presume che una maggior competenza genetica e metabolica sia il prerequisito per raggiungere questo stadio di sviluppo.
Coltivare gli embrioni per cinque o sei giorni permetterebbe quindi di identificare in vitro quelli con il più alto potenziale di impianto rispetto agli embrioni meno resistenti alle condizioni di coltura in vitro. Presso SISMER – Gruppo Nefrocenter, gli embriologi utilizzano sistemi di coltura time-lapse, che consentono di osservare in tempo reale la crescita embrionale e di selezionare le blastocisti sulla base di criteri morfologici e cinetici.
2. Sincronizzazione con l’endometrio
La blastocisti si sviluppa in laboratorio nello stesso arco temporale in cui, nel corpo femminile, l’endometrio diventa recettivo per l’impianto. Questo sincronismo naturale aumenta le possibilità che l’embrione si annidi correttamente nella mucosa uterina.
Trasferire una blastocisti al 5° giorno di sviluppo significherebbe dunque cercare di riprodurre in laboratorio la tempistica naturale del concepimento, con una maggiore coordinazione tra embrione e ambiente uterino.
3. Tassi di impianto e gravidanza
- Alcuni studi scientifici riportano che il trasferimento in stadio di blastocisti comporti tassi di impianto più elevati rispetto al trasferimento di embrioni al 2° o 3° giorno sebbene la correttezza statistica del confronto tra queste popolazioni sia discutibile. In media, le percentuali di successo aumenterebbero del 20–30%, con una maggiore probabilità di ottenere una gravidanza clinica e un minore rischio di gravidanze multiple, poiché nella maggior parte dei casi viene trasferita una sola blastocisti di alta qualità, sebbene non si debba dimenticare che esiste la possibilità di gemellarizzazione di una singola blastocisti.
4. Possibilità di test genetici preimpianto (PGT)
La coltura prolungata dell’embrione fino alla blastocisti consente di prelevare un piccolo numero di cellule dal trofoblasto, senza danneggiare la massa cellulare interna, per eseguire test genetici preimpianto (PGT). Questi test permettono di identificare eventuali anomalie cromosomiche o geniche, aumentando ulteriormente la selezione embrionale.
Come avviene la coltura fino allo stadio di blastocisti
La coltura embrionale prolungata richiede condizioni di laboratorio altamente controllate.
Al SISMER – Gruppo Nefrocenter, gli embrioni vengono mantenuti in incubatori di nuova generazione che simulano fedelmente l’ambiente uterino, con temperatura, umidità e concentrazione di gas costanti. Grazie ai sistemi di monitoraggio continuo time-lapse, gli embriologi possono osservare lo sviluppo di ciascun embrione senza dover aprire l’incubatore, preservando la stabilità ambientale e aumentando la sicurezza della coltura.
Gli embrioni che raggiungono lo stadio di blastocisti vengono poi:
- trasferiti in utero, se le condizioni della paziente lo consentono;
- crioconservati per eventuali futuri tentativi o gravidanze successive.
Quando si trasferisce una blastocisti
Il trasferimento embrionale è una delle fasi più delicate del percorso FIVET. Nel caso di trasferimento di blastocisti, la procedura avviene generalmente al quinto o sesto giorno dopo la fecondazione. Si tratta di una procedura ambulatoriale, non invasiva e indolore, eseguita senza anestesia. La blastocisti selezionata viene introdotta nell’utero mediante un sottile catetere. Dopo il trasferimento, la paziente può riprendere le normali attività quotidiane. La decisione di trasferire la blastocisti fresca o di congelarla per un successivo ciclo (transfer differito o “freeze-all”) dipende da diversi fattori clinici, tra cui:
- risposta ovarica alla stimolazione;
- condizioni dell’endometrio;
- eventuali indicazioni mediche specifiche
Congelamento e scongelamento
Le blastocisti di buona qualità che non vengono trasferite immediatamente possono essere crioconservate tramite vitrificazione, una tecnica di congelamento rapido che evita la formazione di cristalli di ghiaccio e preserva l’integrità cellulare. Quando vengono scongelate per un futuro transfer, le blastocisti mantengono elevate percentuali di sopravvivenza (oltre il 95%), garantendo risultati clinici comparabili a quelli dei trasferimenti a fresco.
La possibilità di crioconservare blastocisti consente di:
- evitare stimolazioni ovariche ripetute;
- programmare il transfer in condizioni ottimali;
- preservare embrioni per future gravidanze o percorsi terapeutici.
Quando la coltura fino alla blastocisti è consigliata
Non tutti i pazienti sono candidati ideali per la coltura prolungata fino alla blastocisti.
Generalmente, questa opzione è consigliata in caso di:
- Presenza di un numero adeguato di embrioni al 3° giorno, che consente una selezione in vitro dei più forti;
- Necessità di eseguire test genetici preimpianto (PGT);
Successo della FIVET: i dati scientifici
Qualora la coltura embrionale prolungata conduca alla formazione di una blastocisti. Il suo trasferimento in utero potrebbe incrementare le possibilità di gravidanza, soprattutto nelle donne con buona riserva ovarica.
- Il tasso medio di impianto per blastocisti varia dal 45% al 60% per ciclo.
- Le percentuali di gravidanza clinica per transfer di blastocisti si attestano tra il 50% e il 65%, a seconda dell’età della paziente e della qualità embrionale.
- Il rischio di gravidanza multipla si riduce notevolmente, poiché nella maggior parte dei casi viene trasferita una sola blastocisti selezionata, sebbene non si debba dimenticare che esiste la possibilità di gemellarizzazione di una singola blastocisti.
Sismer eccellenza nella coltura embrionale
Presso SISMER – Gruppo Nefrocenter, la coltura fino allo stadio di blastocisti viene eseguita in laboratori altamente specializzati, con incubatori a controllo individuale, monitoraggio digitale continuo e personale embriologico con esperienza pluriennale.
Il centro si distingue per:
- l’utilizzo delle più moderne tecnologie di imaging embrionale;
- protocolli di coltura personalizzati in base alle caratteristiche biologiche della coppia;
- un approccio multidisciplinare che integra competenze ginecologiche, andrologiche, embriologiche, endocrinologiche e genetiche.
Grazie a queste metodologie, SISMER ottiene tassi di successo tra i più elevati in Italia. Mantenendo, al contempo, i più alti standard di sicurezza e qualità etica nella gestione degli embrioni.