La fecondazione in vitro (FIV o IVF) rappresenta una delle tecniche di procreazione medicalmente assistita più antiche ed efficaci. Da oltre quarant’anni, questa metodica aiuta migliaia di coppie a realizzare il sogno di una gravidanza, offrendo una concreta possibilità anche in situazioni in cui il concepimento naturale risulta difficile o impossibile.
Presso SISMER – Gruppo Nefrocenter, centro di riferimento per la medicina della riproduzione, la fecondazione in vitro viene eseguita secondo i più alti standard scientifici e tecnologici, ponendo al centro la salute e il benessere della donna e della coppia.
Cos’è la Fecondazione in vitro (FIV o IVF)
La fecondazione in vitro è una tecnica di riproduzione assistita che prevede l’unione dell’ovocita e dello spermatozoo al di fuori del corpo femminile, in laboratorio, per poi trasferire l’embrione così formato nell’utero. Il termine “in vitro” si riferisce proprio al processo che avviene in un ambiente controllato – solitamente in una piastra di coltura – che riproduce le condizioni ottimali per la fecondazione e lo sviluppo embrionale iniziale.
Questa procedura consente di superare numerosi ostacoli alla fertilità, sia di origine femminile che maschile, ed è ancora oggi una delle opzioni più efficaci nel trattamento dell’infertilità.
Come funziona la Fecondazione in vitro: le fasi del percorso
Il percorso di fecondazione in vitro si articola in diverse fasi, ognuna delle quali ha un ruolo fondamentale per il successo della procedura.
Tutto il percorso:
1. Stimolazione ovarica controllata
La prima fase consiste nella stimolazione farmacologica delle ovaie, con l’obiettivo di indurre la maturazione di più follicoli (e quindi più ovociti) nello stesso ciclo mestruale. I farmaci utilizzati contengono ormoni simili a quelli naturalmente prodotti dall’organismo femminile (FSH e LH) e vengono somministrati quotidianamente sotto controllo medico. Durante la stimolazione, la paziente viene monitorata attraverso ecografie transvaginali e dosaggi ormonali, per valutare la risposta ovarica e individuare il momento ottimale per il prelievo ovocitario.
2. Prelievo degli ovociti (Pick-up ovocitario)
Quando i follicoli raggiungono la maturità adeguata, si procede con il prelievo degli ovociti, noto come pick-up ovocitario. L’intervento viene eseguito in anestesia leggera o sedazione, è rapido e indolore, e avviene tramite iniezione transvaginale di un sottile ago ecoguidato che aspira il liquido follicolare contenente gli ovociti. Il materiale viene immediatamente trasferito al laboratorio di embriologia, dove gli ovociti vengono identificati, selezionati e preparati per la fecondazione.
3. Raccolta e preparazione del liquido seminale
Parallelamente al prelievo ovocitario, il partner maschile fornisce un campione di liquido seminale, sottoposto a un processo di preparazione e selezione degli spermatozoi migliori, ovvero quelli con maggiore motilità e morfologia ottimale. Nei casi di infertilità maschile grave o di assenza di spermatozoi nel liquido seminale, è possibile ricorrere a prelievi testicolari (TESA, PESA) o all’utilizzo di sperma da donatore, secondo quanto previsto dalla normativa vigente ed in accordo con la scelta della coppia.
4. Fecondazione in laboratorio
A questo punto avviene la fecondazione in vitro vera e propria.
Esistono due principali modalità:
- FIVET (Fecondazione In Vitro con Embryo Transfer): gli ovociti messi in contatto con un numero selezionato di spermatozoi e lasciati fecondare spontaneamente in laboratorio dentro l’ incubatore.
- ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica dello Spermatozoo): uno spermatozoo viene iniettato direttamente all’interno dell’ovocita tramite una micropipetta.
Questa tecnica è particolarmente indicata nei casi di infertilità maschile, quando il numero o la qualità degli spermatozoi è ridotto o nei casi di pregressi fallimenti di fecondazione.
Dopo la fecondazione, gli embrioni coltivati in incubatori a controllo costante di temperatura, umidità e gas, che simulano le condizioni dell’utero materno.
5. Coltura embrionale e selezione
Gli embrioni osservati e monitorati costantemente per valutarne lo sviluppo.
Dopo circa 3 o 5 giorni (a seconda del protocollo adottato), selezionati quelli con le migliori caratteristiche morfologiche e di crescita. SISMER utilizza sistemi di time-lapse imaging, che consentono di seguire l’evoluzione embrionale in tempo reale, migliorando la precisione della selezione e aumentando le possibilità di impianto.
6. Trasferimento embrionale
Il trasferimento embrionale consiste nel posizionamento dell’embrione all’interno della cavità uterina tramite un sottile catetere. È una procedura indolore, non invasiva e non richiede anestesia. Generalmente, è trasferito un solo embrione, per ridurre il rischio di gravidanze gemellari e favorire un impianto naturale. Gli embrioni non trasferiti, ma di buona qualità, possono essere crioconservati per futuri tentativi o gravidanze successive.
7. Attesa e test di gravidanza
Dopo circa 10–14 giorni dal trasferimento, eseguito un test di gravidanza su sangue (beta-hCG) per verificare l’avvenuto impianto embrionale. Durante questo periodo, la paziente può proseguire una terapia di supporto con progesterone per favorire l’annidamento dell’embrione e la stabilità della gravidanza iniziale.
Quando è indicata la Fecondazione in vitro
La fecondazione in vitro è consigliata in tutti quei casi in cui i trattamenti più semplici, come l’induzione dell’ovulazione o l’inseminazione intrauterina (IUI), non abbiano dato esito positivo o non siano praticabili.
Le principali indicazioni cliniche includono:
- Infertilità tubarica, dovuta a ostruzione o assenza delle tube di Falloppio;
- Endometriosi severa, che compromette la funzione ovarica o tubarica;
- Infertilità maschile moderata o grave (ridotto numero, motilità o qualità degli spermatozoi);
- Disfunzioni ovulatorie o insufficienza ovarica parziale;
- Età materna avanzata o ridotta riserva ovarica;
- Infertilità idiopatica, ovvero senza causa apparente;
- Fallimenti ripetuti di inseminazioni intrauterine;
- Coppie sierodiscordanti (quando un partner è affetto da infezione virale, come HIV o HCV).
La tecnica può inoltre essere applicata con donazione di gameti (ovodonazione o spermiodonazione) nei casi in cui non sia possibile utilizzare i gameti della coppia.
Tassi di successo e fattori che influenzano il risultato
I risultati della fecondazione in vitro variano in base a numerosi fattori, tra cui età della donna, riserva ovarica, qualità degli embrioni e stato generale di salute. In media, i tassi di gravidanza si attestano intorno al 35–40% per ciclo nelle donne sotto i 35 anni. Con un progressivo calo dopo i 40 anni.
Presso SISMER – Gruppo Nefrocenter, l’adozione di protocolli personalizzati, incubatori di ultima generazione e sistemi di selezione embrionale avanzata ha permesso di ottenere percentuali di successo tra le più alte a livello nazionale. Nel pieno rispetto della sicurezza e del benessere della paziente.
Fecondazione in vitro e aspetti psicologici
Affrontare un percorso di fecondazione assistita comporta anche un impatto emotivo. Per questo, SISMER offre un servizio di supporto psicologico dedicato, che accompagna la coppia o la donna lungo tutte le fasi del trattamento per ridurre lo stress e migliorare la serenità mentale. Scegliere di intraprendere un percorso di fecondazione in vitro significa affidarsi a un’équipe di professionisti in grado di unire competenza clinica, tecnologia e umanità. Gli specialisti del SISMER – Gruppo Nefrocenter seguono ogni paziente con attenzione personalizzata, sicurezza e trasparenza. Fornendo ovviamente informazioni chiare e aggiornate sulle diverse fasi del trattamento e sulle possibilità reali di successo. L’obiettivo è quello di accompagnare ogni donna e ogni coppia in un cammino di consapevolezza e speranza. Nel rispetto della dignità e del desiderio di genitorialità.