ALL’ AMICO STREMATO
Strappami le ultime lacrime ,
poi lascero’ il posto al nulla
in questa valle di tormenti
che la natura ci ha imposto.
Non hai piu mani, ne’ capelli,
ne’ sorrisi, ne’ urla
steso sull’onda che aspetta l’ ultimo alito
per riportarti al tuo posto.
Un soccorso vago e impreciso e
un vigliacco protettore ti hanno illuso,
poi il peso, la fame , lo sgomento e l’oblio,
poi l’ormeggio abbandonato.
Non sei piu’ tornato, amico d’un tempo:
con te anche la pallida siepe correva
mentre la strada si inerpicava.
Rimane a terra abbandonato un telo ,
bianco come il tuo credo,
imperfetto come il tuo essere.
Ti raggiungero’ un giorno
senza essere ringraziato come te
dall’ipocrisia del luogo
e dall’ignoranza di chi ti ha vinto.
Lirica scritta da Gian Carlo Di Renzo, medico, docente universitario e scrittore, Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Universita’ di Perugia, in memoria dei colleghi e dei sanitari che muoiono nell’assistenza ai pazienti COVID.