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Ormone antimulleriano AMH: perché è importante per la fertilità femminile

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Ormone antimulleriano AMH: perché è importante per la fertilità femminile. Nel percorso verso la maternità, conoscere il proprio stato di fertilità è fondamentale per fare scelte consapevoli e pianificare il futuro riproduttivo. Tra i parametri più affidabili per valutare la salute ovarica e la possibilità di concepire, l’ormone antimülleriano (AMH) occupa un ruolo di primo piano. Presso SISMER – Gruppo Nefrocenter, centro specializzato in medicina della riproduzione e fecondazione assistita, la misurazione dell’AMH è uno degli strumenti diagnostici di riferimento per valutare la riserva ovarica e guidare in modo personalizzato i percorsi di fertilità.

Cos’è l’Ormone Antimulleriano AMH

L’ormone antimülleriano AMH è una glicoproteina prodotta dalle cellule della granulosa dei follicoli ovarici, cioè le cellule che circondano e nutrono l’ovocita durante la sua maturazione. Il nome deriva dal “dotto di Muller”, una struttura embrionale che, durante lo sviluppo fetale maschile, viene inibita proprio da questo ormone. Nella donna, invece, l’AMH inizia a essere prodotto dalla pubertà fino alla menopausa, in quantità che variano in base all’età e alla funzionalità ovarica. In altre parole, l’AMH rappresenta un vero e proprio “indicatore biologico della riserva ovarica”, cioè del numero di ovociti potenzialmente disponibili per la fecondazione.

Perché è importante nella fertilità femminile

La fertilità di una donna dipende in gran parte dalla quantità e qualità degli ovociti presenti nelle ovaie. Con il passare del tempo, il numero di follicoli si riduce in modo naturale: alla nascita, una bambina possiede circa 1-2 milioni di ovociti, che diventano circa 400.000 alla pubertà e si riducono progressivamente fino all’esaurimento ovarico, in coincidenza con la menopausa. L’AMH è l’ormone che consente di misurare indirettamente questa riserva di ovociti. Livelli più alti di Ormone Antimulleriano AMH indicano una buona riserva ovarica, mentre valori bassi possono suggerire una diminuzione della fertilità o una ridotta risposta ovarica ai trattamenti ormonali.

Come si misura l’AMH

La misurazione dell’ormone antimülleriano avviene attraverso un semplice esame del sangue, che può essere eseguito in qualsiasi momento del ciclo mestruale, poiché i livelli di AMH restano piuttosto stabili durante tutto il mese. Presso SISMER – Gruppo Nefrocenter, il test viene effettuato in laboratori altamente specializzati, con metodiche di dosaggio sensibili e precise. Il risultato fornisce una stima affidabile della riserva ovarica attuale e rappresenta un punto di partenza per eventuali percorsi di prevenzione o trattamento dell’infertilità.

Valori di riferimento dell’AMH

I valori dell’ormone antimülleriano vengono espressi in nanogrammi per millilitro (ng/ml) e variano in base all’età.

Ecco una stima orientativa dei valori medi:

  • Età 20-25 anni: 4 – 6 ng/ml
  • Età 25-30 anni: 3 – 5 ng/ml
  • Età 30-35 anni: 2 – 4 ng/ml
  • Età 35-40 anni: 1 – 3 ng/ml
  • Oltre i 40 anni: < 1 ng/ml

Si tratta di dati indicativi: ogni laboratorio può avere range di riferimento diversi, e l’interpretazione deve sempre essere affidata a un medico specialista in fertilità.

Un valore di AMH molto basso non significa automaticamente infertilità, ma indica una minore riserva di ovociti disponibili, e quindi una finestra riproduttiva più ristretta.

Cosa significa avere un Ormone Antimulleriano AMH basso

Un livello di AMH ridotto può essere associato a diverse condizioni, tra cui:

  • Età riproduttiva avanzata (oltre i 37 anni);
  • Ridotta riserva ovarica o insufficienza ovarica precoce;
  • Esiti di interventi chirurgici ovarici (cisti, endometriosi, torsione ovarica);
  • Trattamenti oncologici (chemioterapia o radioterapia);
  • Predisposizione genetica a menopausa anticipata.

Un valore di AMH basso non preclude in modo assoluto la possibilità di gravidanza, ma segnala che il tempo utile per il concepimento potrebbe essere limitato, e che è consigliabile un intervento tempestivo, soprattutto se si desidera avere figli in futuro.

Cosa significa avere un AMH alto

Valori elevati di ormone antimülleriano possono indicare una elevata riserva ovarica, ma non sempre rappresentano una condizione favorevole.
In alcuni casi, un AMH molto alto può essere associato alla Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS), una condizione caratterizzata da:

  • Irregolarità mestruali o assenza di ovulazione;
  • Aumento degli androgeni (ormoni maschili);
  • Presenza di numerosi follicoli immaturi nelle ovaie.

In questi casi, la misurazione dell’AMH aiuta lo specialista a valutare la funzione ovarica reale e a pianificare eventuali trattamenti per regolarizzare il ciclo e favorire l’ovulazione.

AMH e fertilità naturale

Nella fertilità spontanea, l’AMH è considerato un marker predittivo della riserva ovarica, ma non garantisce da solo la possibilità di concepire. Infatti, oltre alla quantità, conta anche la qualità degli ovociti, che tende a diminuire con l’età. Una donna giovane con AMH basso può comunque concepire naturalmente, mentre una donna più matura con AMH alto potrebbe avere ovociti meno vitali. Per questo motivo, il valore dell’AMH deve sempre essere interpretato nel contesto clinico complessivo, insieme ad altri esami come:

  • Dosaggi ormonali (FSH, LH, estradiolo);
  • Ecografia transvaginale con conta dei follicoli antrali (AFC);
  • Valutazione della riserva ovarica globale.

AMH e fecondazione assistita

Nella procreazione medicalmente assistita (PMA), l’AMH è un parametro essenziale per personalizzare i protocolli di stimolazione ovarica. Conoscere la riserva ovarica consente al medico di scegliere il dosaggio ormonale più appropriato, evitando una risposta insufficiente (pochi ovociti maturi) o eccessiva (rischio di iperstimolazione ovarica).

  • In caso di AMH basso, si prediligono protocolli che stimolino in modo mirato le ovaie per ottimizzare la qualità degli ovociti recuperabili.
  • In caso di AMH alto, lo specialista può adottare protocolli più delicati per ridurre il rischio di complicanze e favorire una risposta controllata.

Presso SISMER – Gruppo Nefrocenter, la valutazione dell’AMH è parte integrante della prima consulenza per la fertilità e rappresenta uno strumento chiave per pianificare trattamenti di fecondazione in vitro (FIVET o ICSI) o di congelamento ovocitario.

AMH e preservazione della fertilità

Oggi, molte donne scelgono di posticipare la maternità per motivi personali o professionali. In questo contesto, la misurazione dell’AMH permette di valutare il potenziale riproduttivo nel tempo e, se necessario, pianificare strategie di preservazione della fertilità. La crioconservazione degli ovociti è consigliata proprio quando l’AMH indica una buona riserva ovarica, preferibilmente prima dei 35 anni, in modo da conservare ovociti giovani e di alta qualità. Questa opzione consente di mantenere la possibilità di gravidanza in futuro, anche quando la riserva ovarica naturale sarà diminuita.

AMH e menopausa precoce

Un altro aspetto importante riguarda la predizione della menopausa precoce.
Un livello di AMH significativamente basso può essere un campanello d’allarme per un esaurimento ovarico anticipato, che può manifestarsi anni prima della scomparsa del ciclo mestruale.

In questi casi, la valutazione tempestiva dell’AMH consente di:

  • Intervenire precocemente con strategie di preservazione della fertilità;
  • Monitorare la salute ormonale e metabolica;
  • Pianificare eventuali terapie ormonali sostitutive in modo personalizzato.

Perché eseguire il test AMH presso SISMER – Gruppo Nefrocenter

Affidarsi a SISMER – Gruppo Nefrocenter significa scegliere un centro dove competenza scientifica, esperienza clinica e tecnologia di laboratorio si uniscono per offrire diagnosi precise e percorsi terapeutici su misura. L’équipe comprende ginecologi, embriologi, endocrinologi e biologi specializzati nella medicina della riproduzione, che analizzano ogni caso in modo completo e personalizzato. Il dosaggio dell’AMH rappresenta solo il primo passo di un percorso di conoscenza e prevenzione della fertilità, che può includere:

  • Ecografia transvaginale con conta dei follicoli antrali (AFC);
  • Dosaggi ormonali completi (FSH, LH, estradiolo, progesterone, prolattina);
  • Consulenza endocrinologica e riproduttiva personalizzata.

Questo approccio globale consente di interpretare correttamente i valori dell’AMH e di costruire un piano di cura o prevenzione realmente efficace.

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