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Le ricerche condotte dalla Società Italiana di Medicina della Riproduzione (S.I.S.Me.R.) nel campo della liofilizzazione di campioni di liquido seminale hanno portato ad un’ importante scoperta che potrebbe presto porsi come valida alternativa alla crioconservazione in azoto liquido nell’ambito della preservazione della fertilità maschile.

In un articolo pubblicato sul sito di Fertility and Sterility (attualmente in stampa) e citato anche dall’autorevole giornale scientifico “Nature Reviews Urology”, l’équipe di S.I.S.Me.R ha dimostrato come tale metodica permetta di mantenere l’integrità del DNA degli spermatozoi riducendo i rischi di compromissione dei campioni riscontrati in caso di crioconservazione in azoto liquido, la modalità attualmente più utilizzata.

“L’idea per lo studio è partita da un’attenta analisi dei risultati di questa tecnica su modelli animali, che avevano portato alla nascita di esemplari sani che si erano poi riprodotti naturalmente.” spiega Luca Gianaroli, Responsabile Laboratori di S.I.S.Me.R. e autore dell’articolo “Sulla base di ciò, abbiamo proceduto ad applicare questa tecnica a 30 campioni di liquido seminale umano in collaborazione con BioStain. Analizzando i risultati delle analisi condotte sui campioni liofilizzati abbiamo riscontrato che le cellule erano immobili, ma che il loro DNA era rimasto integro, lasciando quindi presupporre un mantenimento anche del loro potenziale fecondante.”

“L’analisi della birifrangenza delle cellule spermatiche liofilizzate, una tecnica estremamente sofisticata disponibile presso S.I.S.Me.R., ha inoltre dimostrato che la loro struttura molecolare rimane intatta a seguito del trattamento, accrescendo quindi la probabilità di generare una gravidanza.”

“La tecnica di crioconservazione in azoto liquido usata attualmente per i campioni seminali presenta alcuni svantaggi sia dal punto di vista logistico che da quello biologico.” prosegue Ilaria Stanghellini, biotecnologia presso S.I.S.Me.R. e co-autrice dell’articolo “E’ dimostrato infatti che tale metodica aumenta il rischio di danni al DNA spermatico, incidendo quindi negativamente sulla fecondazione. Inoltre, la conservazione in azoto richiede un costante approvvigionamento di tale sostanza e ampi spazi per lo stoccaggio dei campioni”

“In conclusione, la liofilizzazione potrebbe essere una valida alternativa alla crioconservazione sia in termini di risultati che di costi. Per questo motivo, potrebbe trovare largo impiego anche nei paesi in via di sviluppo.

Inoltre, per quanto riguarda il materiale plasmatico, questa tecnica si è dimostrata efficace nel ridurre l’infettività di eventuali virus presenti nei campioni analizzati. Se questa proprietà fosse confermata anche per quanto riguarda il liquido seminale, in futuro la liofilizzazione potrebbe permettere il trattamento di campioni di pazienti affetti da malattie infettive riducendo i rischi di contagio sia per gli operatori che per il potenziale prodotto del concepimento.

Infine, stiamo approfondendo l’applicazione di questa tecnica a campioni non ottimali, in quanto queste sono le categorie di pazienti che più spesso si rivolgono ai nostri centri per problemi di infertilità.”

Tale risultato è frutto della costante attenzione dedicata da S.I.S.Me.R. alla ricerca scientifica, che ha portato nel corso degli anni ad importanti scoperte e che si è concretizzata nell’ottenimento della prestigiosa Certificazione ISO 9001:2008 per la realizzazione di progetti di ricerca.

“La Medicina della Riproduzione” afferma ancora Luca Gianaroli, “presenta ancora numerosi interrogativi, ed è solo attraverso la ricerca scientifica che possiamo offrire ai nostri pazienti trattamenti di alta qualità, sicuri e che garantiscano loro le migliori probabilità di raggiungere il loro obiettivo, che è quello di poter avere un figlio sano”.