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Una delle tecniche di fecondazione assistita più note è sicuramente la FIVET, ovvero la fertilizzazione in vitro con successivo trasferimento degli embrioni in utero. Louise Brown, la prima „bambina in provetta“ nata il 25 luglio 1978, è stata concepita mediante questa tecnica, che è tuttora una delle più diffuse.

Indicazioni
La FIVET è consigliata in caso di infertilità idiopatica (ossia di infertilità senza causa fisiologica apparente), in caso di fattore tubarico e in caso di endometriosi. Affinchè la tecnica possa offrire buone probabilità di successo, è necessario che nel liquido seminale sia presente un numero sufficiente di spermatozoi mobili, quindi può essere applicata solo qualora il liquido seminale presenti parametri normali o solo lievemente alterati.

Come funziona

Fase 1. Stimolazione ovarica controllata
Alla paziente vengono somministrati alcuni farmaci che permettono di indurre la maturazione contemporanea di più follicoli per avere a disposizione un maggior numero di ovociti per l’inseminazione. La procedura di stimolazione é continuamente monitorata mediante controlli ecografici e dosaggi ormonali su sangue.

Fase 2. Prelievo degli ovociti
In base al monitoraggio, una volta che i follicoli risultano pronti, viene somministrato un farmaco per indurre l’ovulazione e viene programmato il prelievo chirurgico degli ovociti ad un orario ben preciso. Il prelievo avviene tramite l’inserimento di un ago per via transvaginale sotto costante monitoraggio ecografico. La procedura viene effettuata in anestesia ed è quindi indolore per la paziente.
In un ridotto numero di casi, può capitare che non venga prelevato alcun ovocita.

Fase 3. Inseminazione
Gli ovociti prelevati vengono posti in coltura in appositi incubatori che mantengono condizioni idonee per la loro sopravvivenza, e dopo alcune ore vengono inseminati. Nel caso della FIVET, ogni ovocita viene messo in contatto con 2000-3000 spermatozoi mobili in appositi dischi e la fecondazione avviene spontaneamente.

Fase 4. Trasferimento dell’embrione
Gli embrioni ottenuti vengono poi trasferiti nell’utero della paziente tra 2 e 5 giorni dopo il prelievo, in base allo stadio di sviluppo ritenuto più opportuno. Questa procedura è semplice e indolore e viene effettuata mediante un sottilissimo catetere. Qualora a seguito del trasferimento vi siano degli embrioni in surplus, essi vengono crioconservati per poter essere utilizzati in eventuali trasferimenti successivi.

Percentuali di successo
Le percentuali di successo sono soggette a numerose variabili, come il fattore di infertilità, l’età femminile, ecc.
Nella tabella qui di seguito sono riportati i risultati dei Centri S.I.S.Me.R. per questa specifica tecnica.